domenica 20 dicembre 2009

Bambini mannari, morti in corda e cani del Signore

Mi sono recentemente ritrovata in un involontario ma piuttosto delirante flame su Facebook: un'amica aveva messo un link alla notizia di un canino avvolto nel filo spinato e usato per giocare a calcio da alcuni brillanti individui che erano chiaramenti stati infamati loro, le loro madri, i loro padri ecc fino alla millesima generazione ed erano state augurate loro le peggio cose, secondo i noti principi biblici. E fin qui tutto rego, no? Uno stronzo tortura un cucciolo e tutti pensano che sia giusto che costui sia torturato peggio. Lissio.
Solo che un curioso individuo, pur affermando di condividere lo sdegno e l'orrore per un gesto tanto efferato, ha condannato la violenza dei nostri auguri di sofferenza seguita da morte ultima per degli umani, al solo scopo di vendicare un cane, domandando se a questo punto fossimo anche favorevoli alla pena di morte, all'eutanasia e all'aborto, dato che (deduco) eravamo talmente crudeli da concepire la speranza di terminazione di qualcuno.
E' venuto fuori un interessante dibattito incentrato su quanto un bambinetto bianco può essere talebano dentro.
Infatti la pena di morte l'abbiamo liquidata in fretta: la mia risposta è stata che non la trovo da stato di diritto, che una Nazione non può ragionare sulla vendetta, per non parlare degli errori del sistema e dei posti come il Texas.
Su eutanasia e aborto ho detto naturalmente che sì, ero d'accordo, concludendo con "Cazzo siamo, nel medioevo di merda?" In particolare, la prima breve spiegazione verteva sul fatto che una donna, non essendo un'incubatrice, possa decidere quello che vuole del suo corpo, e un embrione non è qualcosa di cosciente, quindi per una legge giusta e globale deve prevalere la persona già presente; in più dicevo di approvare l'eutanasia in caso di precisamente espressa o chiaramente ricostruibile indicazione di volontà della persona, quindi, dato che la mia vita è mia, non dei miei parenti, nè dello stato, nè di nessun dio, mi sarebbe piaciuto un aiuto nel farne quello che voglio.
Mi è stato ribattuto con la notizia del povero cristo chiuso nel suo corpo immobile ma ancora cosciente, presentata, Udite Udite!, dal nostro amico Giornale, ergo più o meno con la stessa obiettività di un ritratto morale di Berlusconi pubblicato dal Manifesto.
Certo, quello è stato un errore enorme e disgraziato, causato da metodi di venticinque anni fa e da probabile malasanità/errore umano, come volete chiamarlo, ed è una storia da horror. E lì hanno iniziato a girarmi le balle, perchè va bene tutto, ma se provi a prendermi per il culo già sei cascato male: intanto si cerca di spacciarmi come verità assoluta una notizia elaborata da Feltri, che non mi pare provi nemmeno a nascondere le sue parzialità, poi si cerca di inficiare tutta la teoria sulla base di un caso completamente eccezionale, nel quale tra l'altro non era in discussione nulla del genere eutanasia. Mi dispiace tanto ma privare della libertà di scelta milioni di persone per 1 errore 1 volta è una cosa assurda, soprattutto quando ora la tecnologia elimina questo problema. In più, non contenti, sperando di buttarla sul tragico, mi si tira in ballo Eluana, la cui autopsia ha dimostrato che il suo cervello non era più funzionante nè "riparabile" in nessun modo e comunque aveva espressamente detto per pietà di ammazzarla se mai fosse rimasta in una situazione talmente agghiacciante.
Ora, è ovvio che un testamento biologico deve secondo me essere scritto, oppure la volontà chiaramente espressa deve essere provata in un tribunale. Dato questo, in che senso secondo voi si può parlare di unilateralità? In che modo una persona può asserire come dogma assoluto il fatto che io non possa decidere della mia vita e pretendere di avere ragione in base alla razionalità e non alla fede? Chi altro dovrebbe farlo? (Per le leggi di uno Stato che debba comprendere e rispettare tutti, ovviamente2). Tra l'altro più si parla di argomenti simili più è probabile che vengano espresse in modo migliore le proprie posizioni, e quindi diminuisca il rischio di non rispettare la volontà individuale, tanto per dirne una... Non parliamo nemmeno di per quanto tempo ancora si potrà sostenere il costo economico e sociale di tutte le ex persone che le macchine possono animare.
Io non riesco veramente a capire come si possa moralmente sostenere che la riflessione su certi argomenti non debba essere personale ma altrimenti stabilita. Posso capire benissimo che un chiesofilo voglia che tutti obbediscano al suo dio privato, ma un minimo di decenza fa così brutto? Persino quello stronzetto di Sant'Agostino sapeva che c'è il libero arbitrio.
Ma secondo i complottisti, uno che pensa a una cosa come l'eutanasia non riflette sui rischi? Cioè, non è solo una questione di si/no, vita/morte, ma anche di qualità della vita. Soprattutto poi mi offende che vengano dati giudizi da chi non ha nessuna conoscenza diretta. Gli altri non sono nessuno per decidere, anche se i propri cari possono testimoniare spesso in modo coerente su come è fatta una persona. Ma io sono più che qualcuno per decidere per me. Ci sono persone che sono disposte a prendersi queste responsabilità. Perchè lo considerano un atto di aiuto e compassione verso il prossimo, nonchè di rispetto. Nessuno può essere costretto a terapie o a una vita che non vuole. Le basi, eccheccazzo!
Poi non è che io voglio ammazzare chiunque sia in coma: conosco persone che lo farebbero e altre che non lo farebbero. Quello che nego è che la decisione spetti a un branco di stronzi interessati alle loro poltrone, tra l'altro dell'età dei miei nonni e quindi tendenzialmente programmati con una forma mentis che non comprende nel pacchetto standard qualcosa di assurdo come il cambiamento della definizione di Vita negli ultimi trent'anni. Eppure non sembra in teoria così difficile capire il fatto che nel coma irreversibile non succede nulla, perchè non può succedere: sono conservati riflessi variabili puramente elettrici, che non toccano le parti del cervello deputate a renderci senzienti. E non è che lo dico io perchè sono simpatica, lo dicono esami che guardano l'attività del cervello e registrano che non c'è, che certi pezzi sono morti: in un mondo in cui il corpo può essere tenuto in semifunzione all'infinito con le macchine, come può tutto questo non contare?
Sempre in campo di fine vita, il tizio del flame mi ha invitata a parlare del dolore, stabilendo che anche la Chiesa ha accettato questa evidente prova di attività demoniaca che è la terapia del dolore, e che quindi il già burroso "Non voglio nemmeno tentare" diventava ancora più scivoloso. E a questo punto ero decisamente incazzata, perchè è' un argomento che conosco bene, e il ritardo italiano rispetto agli altri paesi è incivile e tragico, oltre che lampante: non solo nelle tecniche, ma proprio nella mentalità d'approccio. Pensate solo che in Francia la mattina prima dei prelievi si fa il giro a mettere la cremina anestetica... qui usare gli impianti spinali per il rilascio graduale di morfina è uno scandalo peggio che andare a troie minorenni. Per non parlare poi della Cannabis... e vi dico tre cose: è antiemetico, antidolorifico e aumenta la fame. Perchè ogni chemioterapizzato non ha una canna in mano? (Dramatization, ma il concetto resta). Ora, non per puntare il dito, eh? però Cristo santo, il valore del martirio deve diventare verità globale anche lui? Restando sul lato etico, come ci si permette di giudicare quando la vita è troppo dolorosa? Come ci si permette di giudicare se io voglio vivere la mia vita da rincoglionito con le visioni allucinatorie? Il vero problema è: perchè tentare deve essere moralmente meglio che non farlo? Cosa c'è di male nella dignità di chi dice Basta, io sono contento così? O anche solo Non ce la faccio più? Non è pari a quella di chi decide di andare avanti per se stesso, per i suoi cari o per il suo dio?
Alla fine, passando attraverso affermazioni tra l'ignorante, il fanatico e l'allucinato come la teoria che nel medioevo non si praticassero, e che la segale cornuta fosse adoperata per procurarsi orribili malattie, siamo giunti a parlare del temibilissimo A B O R T O, vietatissimo baluardo dell'indipendenza femminile dalla decisione maschile, ommmaammmamiiiaaa, in nome del Nessuno pensa ai bambiiini! E qui il mio socio ha veramente dato il meglio di sè!
In primo luogo l'embrione sarebbe una specie di neonatino con le unghiette che parla con la mamma e le dice Ti voglio bene, un po' come nella perversa Lettera di un bambino che non nascerà, oppure la manda affanculo, come il Tamarrochi, invece di essere un grumo di cellule
non del tutto differenziate, che quindi non ha una coscienza tutta sua perchè non ha il cervello, molto semplicemente. Si proseguiva allora con il paragone idiota con un ragazzino in coma, che io avrei ucciso a badilate perchè sono cattiva. Certo, lui e l'embrione non hanno forse una coscienza e un'espressività da cabarettisti, ma guarda un po' sono soggetti giuridicamente e ontologicamente diversi: il ragazzino non può comunicare perchè momentaneamente impossibilitato, l'embrione perchè non è formato. Quindi no, """uccidere""" delle cellule non mi crea problemi, anche se ovviamente mi può dispiacere per le condizioni che hanno portato a una scelta simile.
Per non parlar del cane! Pensate un po': l'embrione (e anche il feto, che pure è un tema già diverso, anche giuridicamente) non ha una vita autonoma, ma sta dentro un'altra persona. Persona viva e cosciente che secondo me ha la priorità su qualsiasi altra cosa. Se vuole si può tagliare un braccio, e se vuole tagliarsi un pezzo di sua pancia perchè ha dentro un Alien ci mancherebbe altro che non possa. Il suo benessere psicofisico viene prima, dato il fatto assodato che non si può salvare tutti e tutto e che questo non è il mondo perfetto dei cuoricini, e quindi ci sono delle scelte da fare. Che un "potrebbe" venga dopo un "è" mi sembra logica, non solo giustizia.
E qui siamo partiti per la luna... perchè mi sono state proposte nell'ordine:
A) La teoria dell'I N C U B A T R I C E, con addirittura sottolineato il concetto che no, la donna non è solo quello, ma è anche quello.
B) La teoria del "Non sta a noi decidere", anche se non era esplicato a chi sta.
C) La teoria del "Tu partorirai con dolore", secondo la quale al massimo poi si dà in adozione, chessarannomai nove mesi.
Se la vogliamo mettere su questo piano io rispondo che non decide lo sputo di sperma da 5 minuti se va bene, che non ha nessuna idea di ciò che l'incubatrice sta facendo. Ora, mio nonno (classe 1824, ops, 924) ritiene giusto che i figli abbiano il cognome del padre con la motivazione "La madre è solo il terreno, è il padre ad essere il seme", trascurando totalmente
che la madre crea il figlio, ci mette il suo sangue e la sua carne per mesi, oltre a mettere la metà non tranciata dei geni, tanto per fare anch'io un po' di retorica simpa.
Perchè non sta a noi decidere? A chi sta? Non ditemi a dio, vi supplico. Le credenze sono personali, ma la legge deve coprire qualcosa di un po' più sensato, e soprattutto che valga per tutti. Secondo me c'è una legge molto giusta, che riconosce agli interessati la possibilità di valutare le situazioni. Certo che l'aborto crea depressione. Certo che non crea gioia. Ma sfornare qualcuno per dargli solo dolore è giusto? Fare un bambino è un atto meccanico, meccanicamente compiuto da un'incubatrice o è meglio che sia una scelta consapevole? Un'undicenne incinta di suo padre avrà più trauma ad abortire o no? Io ho la buona grazia di non dirlo a priori, ma dico che dipende dalle persone e da cosa è meglio per loro.
Di nuovo, come osano un branco di politici e preti decidere che nove mesi sono una cazzata, che un po' di problemi sono un male necessario? E' giusto far nascere un bambino senza testa, che morirà entro pochi giorni, per la gioia sua e dei parenti? O un bambino da una puttana minorenne con l'Hiv che passerà la sua poca vita tra cure dolorose e orfanotrofi? Come si può anche solo pensare di risolvere la cosa con un Sì, sempre? E soprattutto imporlo agli altri in nome delle proprie considerazioni e non di quello che i coinvolti provano? Non parliamo poi del rispedire le donne dalle mammane. Come se un problema simile fosse risolvibile a colpi di colpevolizzazioni e "E' giusto!".
Alla fine il poverino ha ripiegato sull'insulto: io (e non solo, ovvio) non sarei nè un bravo, nè un vero medico perchè sostengo queste cosacce sataniche. Come rispondere se non che preferisco non essere un medico e fare bene piuttosto che esserlo e fare... come dice il Papa, per non parlare dei bambinetti indottrinati? Un medico... secondo voi che cos'è? Un angelo della vendetta che decide cosa devono fare gli altri? Secondo me è qualcuno che deve occuparsi della vita della persona nella sua totalità, consigliando e seguendo in modo da offrire le soluzioni migliori possibili senza nascondere niente.
Perchè ho insistito più volte sui pappagallini minorenni? Perchè un bambino, specie maschio, che si sa che sono più tardi, non ha nessun diritto di sparare giudizi avventati su cose che evidentemente non conosce. Che cosa puoi sapere se sei vergine, intendo a tutti i livelli, e ripeti solo quello che ti hanno insegnato? Niente. Ho concluso, Vostro Onore. Danny Crane.
Che differenza c'è tra la teoria della donna incubatrice e dello Stato di dio e i figli di cane rognoso che picchiano le mogli e le figlie per far seguire la loro cultura retrograda di merda? Questo è il motivo per cui i fanatici religiosi bruceranno tutti all'inferno, con il loro dio che gli dirà "Non avete capito veramente una minchia, guardate che le minigonne le ho inventate io e che le urla notturne dei bambini erano un baco del sistema".
Morale di oggi: ci sono concetti evidentemente molto diversi di "vita". Per un vergine è una cosa completamente scollegata dalla realtà, è qualcosa di puro, di "in sè", di principio. Secondo me è una visione molto immatura e asettica. La differenza è qui: la mia teoria ha basi razionali e scientifiche rispettabili, e comunque concede agli altri la possibilità di scegliere, la loro no.
Perchè io sicuro sono una persona cinica e anche un po' stronza, e non di certo un modello di virtù e le cazzate benpensanti mi fanno vomitare, e salverei prima un gattino di un bambino (non è una Dramatization, ripeto NON è una Dramatization. Uhhhhhh!) e faccio sesso prima del matrimonio, e sicuramente un'altra barcata di monoteistici orrori... Almeno però non straccio le palle al prossimo e non pretendo di imporgli le mie stronzate per legge divina. Io sono moralmente tenuta a far star bene le persone, ad aiutarle, non a fare i pompini all'ego di chi vuole dire agli altri cos'è il Bene.
Au revoir

19 commenti:

  1. Ecco... alle volte invece sei tu che mi fai incazzare quando leggo questi post. :)

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  2. Perchè? :O Cmq mi pareva di farti incazzare sempre :P Non sei d'accordo?

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  3. Wow, Flo, quoto tutto come sempre, perche` come sempre non fai altro che esprimere un pensiero che e` paurosamente uguale al mio.
    Solo su uno dei tre punti discordo, ma forse perche` sono molto + cinicamente stronzo: la pena di morte. come per gli altri 2 punti, a mio avviso nessuno puo` stabilire a priori se sia giusto o meno togliere la vita ad un altro. Va sempre considerata da troppi punti di vista per darne un giudizio assoluto che valga sempre. La mia opinione e` che una volta assodata con assoluta certezza la colpevolezza dell'imputato sia data ai familiari della/e vittima/e la scelta tra ergastolo o morte. Perche` una condanna a vita non e` certo utile, visto che se prioprio il colpevole e` pentito e "tornera` sulla retta via" sempre che chiuso in gabbia deve restare. A spese di altri. E` quasi una tortura per un ravveduto, e una fonte di odio per chi invece crede che cio` che ha fatto sia giusto. La sua vita non e` + sua cmq. Diventa un oggetto, proprieta` dello stato che lo chiude in uno stanzino e butta via la chiave. Pagando pero` affitto e luce per lo stanzino. Meglio dre ai parenti delle vittime la scelta se perdonare o odiare, con le conseguenze psicologiche del caso.
    Ma e` una roba utopica che funzionerebbe solo in uno stato utopico. E soprattutto non in uno stato cosi` pesantemente controllato da un credo religioso.

    Lucio

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  4. Salve, cara...diciamo che, benchè la mia scelta di esempi (come ho poi ammesso e come tu poi hai Omesso di inserire) sia stata piuttosto errata, ne esistono e ne esistono parecchi (sto per esempio leggendo un libricino di una donna italiana volontaria in Colombia, la quale è caduta ed è andata in coma, la davano per spacciata e invece, magia! si è risvegliata ed ora è schierata fortemente contro (come è ovvio) l'eutanasia...
    La questione del cane era ovviamente cinismo, e mi stupisco che tu non l'abbia apprezzato, conoscendo i tuoi scritti e avendo letto qualcosa dal blog...
    Io sostengo quella che tu chiami Teoria dell'Incubatrice, perchè in effetti una donna è ANCHE questo...è come dire che un uomo è anche un contenitore di spermatozoi...è una verità di fatto...
    Ovvio, se per incubatrice intendi solo la macchina la donna non lo è, sebbene la tua tesi riporti ad un meccanicismo materialistico, quindi in realtà lo è eccome...
    Con questo non intendo sminuire la donna, ovviamente...semplicemente dire che(e proverò a sostenere solo tesi pressochè indipendenti da qualsiasi credo) :
    dal momento che non esiste un modo per determinare in maniera univoca quando un feto diventa un uomo (nascita? sviluppo cerebrale? mi paiono un pò assurde....se un bambino nascesse con solo una parte del cervello, poniamo la parte delegata alle funzioni vitali e qualcosina di quella destinata alla parte che tu considereresti "umana vera e propria"[che sapevo come si chiamano ma non me lo ricordo più e che, quindi, per non sparare idiozie, lascerò nell'anonimato], allora sarebbe la madre a decidere cosa farne anche qualora fosse già nato, tanto è nelle medesime condizioni di dipendenza pressochè totale da lei...), meglio accettare il rischio di compiere quello che "ontologicamente e giurisdizionalmente" è definito omicidio oppure rischiare di lasciar vivere un Alien (cioè, non proprio...non avrebbe la testolina con la bocca sulla lingua e non credo combatterebbe i Predator, ma un Alien dei poveri...) in più ed evitare di ammazzare qualcuno? secondo me, nel dubbio (perchè di dubbio si tratta...), meglio la seconda...al massimo l'Alien morirà durante la nascita...

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  5. Riguardo all'abbaiare quando Gesù Cristo mi lancia l'osso, direi che non mi si può proprio includere in quella schiera...sono cattolico per princìpi ma (per ora) decisamente non per "giurisdizione e credo"... e, sinceramente, preferisco un modo di vivere cinico come il mio piuttosto che un modo di vivere cinico come il vostro, che rischia di far danni ad altri oltre che a sè...
    Inoltre, direi che la filosofia del caso particolare non è certo estranea al tuo modo di esemplificare, mi pare... :"Un'undicenne incinta di suo padre avrà più trauma ad abortire o no?"...caso talmente comune da essere annoverato come la maggiore fonte di aborti nel mondo, mi pare....già...
    Direi che i casi maggiori sono delle ragazze o molto sfortunate o ignoranti sulla contraccezione o idiote, o anche deviate da qualcun altro (il ragazzo, ad esempio), che piuttosto che assumersi la responsabilità di quello che fanno scelgono la "via più comoda", e a pagare il prezzo è il "bambino in potenza", chiamiamolo così...a me non sembra per niente giusto e mi sembra oltretutto evitabile...
    d'altronde mi pare che la legge dello Stato con addirittura il baluardo della Chiesa al suo interno sia oltremodo permissivo...
    Ma queste sono opinioni...d'altronde, rimango d'accordo col fatto che c'è gente che la pensa diversamente [della fauna non so niente, ma della Flora ne sono più che certo ;) ] e non per questo li reputo degli imbecilli, e non per questo li condanno a bruciare per l'eternità...sull'aborto non sono d'accordo, ma per l'eutanasia sono del parere che un testamento biologico sia assolutamente necessario (con il rispetto totale, ovviamente, delle volontà dell'autore di tale documento, e il NON lasciare alla famiglia la scelta qualora tale documento non ci fosse...).
    Non mi pare di essere il portatore di cazzate benpensanti, ma non reputo tali cazzate (considerato che probabilmente chi ci crede vive molto meglio di chi non lo fa) una malattia o un'onta, ucciderei un gattino per salvare una persona E SOPRATTUTTO UN BAMBINO, e se pensassi altrimenti andrei a fare il veterinario...(e anche questa NON è una dramatization).
    Riguardo agli insulti...non erano riferiti direttamente a te e secondo me non erano nemmeno insulti...(lo ammetto, la mia discussione con te mi ha portato ad esternarli e definirli, ma senz'altro era una cosa che pensavo già prima....diciamo che in questo caso sei stata un catalizzatore attivante...); erano semplicemente un'interpretazione del giuramento di Ippocrate che ciascun medico recita prima di diventare tale...ovviamente, il salvaguardare la vita inizia e finisce con la definizione di "vita", ma per la mia concezione di vita ribadisco quanto scrissi...
    Tuo affezionatissimo,
    ora devo scappare che vado a fare la passeggiatina al guinzaglio con S.Pietro e S.Girolamo....S.Agostino non viene, sta cercando di svuotare il mare con un cucchiaino...

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  6. (ah, Denny Crane è con la e...)

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  7. Caro anonimo,
    esordirei dicendo che, come atteso, non sei folle come risulta dal post della nostra Graziosa Ospite. D'altra parte è cosa nota (e sottolineata nelle "regole" del forum) che Ella ha un modo di esternare le sue idee che mi pare corretto definire quantomeno espressionistico.
    Detto ciò, vorrei proporti argomenti da una prospettiva leggermente diversa da quelli del post, ma che convergono su conclusione analoghe.
    Circa l'eutanasia il tuo punto non mi è molto chiaro: da una parte citi l'esempio di chi si sveglia dopo un coma (argomento contrario all'eutanasia), dall'altra sostieni di essere favorevole al testamento biologico, ivi inclusa, immagino, la possibilità dell'eutanasia. Mi sembra che la questione eutanasia si/no sia riconducibile alla domanda "esiste una ragione razionale per non concedere la scelta all'individuo?" Dico razionale perché la razionalità, al contrario della fede o dell'ideologia, presuppone la possibilità di raggiungere un comune accordo tra tutti gli individui razionali, ed è quindi l’unico metodo adatto ad uno stato democratico, che sottintende la possibilità di un dialogo costruttivo tra chi sostiene punti di vista differenti. Ebbene, razionalmente non esiste, a mio avviso, argomento per sostenere una risposta negativa. Giuridicamente, la ratio è la stessa che porta a non ritenere il suicidio o la tossicodipendenza (di per sé) dei reati: con la propria vita ciascuno è libero di fare ciò che vuole, finché il suo comportamento non danneggia gli altri. Se nel caso del suicidio e della tossicodipendenza si potrebbe discutere a lungo di cosa significhi "danneggiare", è più difficile farlo nel caso dell'eutanasia, visto che la permanenza in uno stato vegetativo è, di certo, in sé un danno in primo luogo e principalmente, per chi ha a cuore la situazione dello sventurato oltre per il vegetale, e in secondo luogo, in uno stato assistenziale come il nostro, per la comunità. Poiché è impossibile quantificare a priori le rispettive dimensioni del danno, non esiste altro principio che il ricorso alla libera scelta del soggetto interessato in prima persona.

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  8. L'aborto è questione per alcuni versi simile. Il primo problema è la definizione di persona, che a quanto mi pare di capire tu estendi a partire dal concepimento. Tuttavia sembra onestamente assurdo considerare poche cellule alla stregua di un essere umano. Logicamente ne deriverebbe che uccidere diatomee è paragonabile a commettere un omicidio. E' ovvio che ciò che intendi indicare è che dal concepimento vi è la potenzialità di un essere umano. Purtroppo, l'argomento della potenzialità non è molto promettente: in effetti, vi è già la potenzialità di un essere umano nell'amore tra due persone, oppure nello sperma, ma non per questo si può ritenere ingiusto baciarsi senza fare un figlio, oppure vietare la masturbazione maschile, perlomeno da un punto di vista razionale. In sintesi, se l'argomento "potenziale essere umano" è da scartare, allora bisogna stabilire un momento in cui le cellule cessano di essere un ammasso di composti chimici e diventano persone, dal che a sua volta deriva che prima di quella soglia abortire non è diverso (giuridicamente) dallo schiacciarsi un brufolo. Da un punto di vista meno giuridico e astratto, se l'esempio dell'undicenne della nostra Ospite è piuttosto estremo, esistono situazioni molto diffuse per sostenere che la possibilità di abortire non solo deve essere concessa, ma che è disumano non concederla. Quando rivolgiamo l'attenzione a contesti di profonda povertà, com'è possibile sostenere che è meglio portare a termine una gravidanza quando ciò porta tanto la madre quanto il nascituro a una miserabile morte per denutrizione? E, senza ricorrere a lontani scenari di gravi privazioni, è possibile sostenere che è meglio non consentire l'aborto e lasciare che i figli indesiderati possano finire in un cassonetto, ovvero essere venduti, ovvero usati come schiavi? Oppure che la madre "costretta" decida a un certo punto di suicidarsi insieme a suo figlio, perché quest'ultimo le ha "rovinato la vita"? E' chiaro, la possibilità dell'aborto non risolve automaticamente tutti i problemi, ma concedere una scelta alla madre significa semplicemente lasciare che essa decida cosa sarà della sua esistenza, che in quanto attuale ha la priorità su quella potenziale del figlio,e può peraltro evitargli una vita di sofferenze. Invertire l'ordine delle priorità significherebbe che la donna ha il DOVERE di avere figli, e questo è francamente insostenibile e aberrante (ed è, credo, ciò che l’Ospite voleva sostenere avversando la teoria “dell’incubatrice”).

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  9. Carissimo Anonimo, amo i tuoi commenti!
    Sì, come nota anche Guano e come ho sottolineato nel post "Teatrino, tu sei stato solo un esempio e un pretesto. Quindi le tue opinioni sono state allargate con altre posizioni della tua "parte". In realtà sei così fantastico da solo che non è stato necessario sforzarsi più di tanto.
    Un consiglio prima di proseguire: attento a San Girolamo, che sei già magrolino, e Agostino non svuota il mare col cucchiaio, è troppo impegnato a menare la sua donna e rovinare la vita di suo figlio; Pietro mi sembra più affidabile.
    Ah, sì lo so che Denny Crane si chiama con la E, ho messo la A apposta per omaggiare senza identificarmi completamente.
    Veniamo al succo, e fondamentalmente sono d'accordissimo con Guano, poco altro. Posso precisarti le seguenti cose:
    - non ho alcun dubbio che vi siano vari casi di risvegli! Però la mia conclusione diceva che 1)se non hai detto nulla sul problema ti svegli lo stesso perchè non ti cambiano le cure 2)mi rendo conto del fatto che potrei essere uccisa anche mentre sono ancora cosciente e, come Eluana, penso PER FORTUNA CAZZO! 3)sinceramente mi dispiacerebbe per gli errori, ma uno sbaglio su un milione non mi giustifica che si impedisca a tutti di fare scelte diverse 4)secondo me è inevitabile, e lo sarà sempre di più per problemi medico-logistici e dello Stato, che ci sia una cernita di allocazione delle risorse tra chi ha più possibilità di riprendersi e chi meno: non è bello, però siamo quasi all'obbligato, e comunque è piuttosto giusto.
    - secondo me anche la famiglia ha diritto di dire la sua: il caso Eluana è emblematico di come le testimonianze di amici e parenti sono state esaminate fino ad accertare che lei aveva detto proprio così. Ovviamente ci dev'essere un controllo per le situazioni da giallo.
    - il riferimento all'undicenne incinta del padre non era per la frequenza della possibilità, ma perchè vietare per tutti vuol dire vietare anche in situazioni oggettivamente ad un limite etico molto particolare.
    - sull'incubatrice penso che debba decidere l'incubatrice e non gli sputi di sperma non partecipanti. Anche il padre può dire la sua ma non si può obbligare nessuno a tenere dentro una cosa viva quanto vuoi.
    - i problemi giustissimi che tu fai notare, come la stupidità o la povertà, vanno risolti prima, e non si risolvono vietando l'aborto. Si risolvono rivestendo gli adolescenti di preservativi e di autostima, creando strutture di aiuto per le donne, e non facendo leggi in stile "se sei clandestino ti denunciano in ospedale".
    - la legge che abbiamo stabilisce un limite giuridico piuttosto intelligente al momento dell'evoluzione da embrione a feto. Secondo me questo è piuttosto rispettoso delle varie possibilità. La dipendenza dalla madre che tu citi non è la stessa mia: io parlo proprio della carne. Se sei un embrione di tre mesi non puoi sopravvivere senza proprio la TUA mamma che con la sua placenta ti fa respirare. Al sesto circa puoi essere messo in una macchina e crescere anche se quasi sempre con problemi. Se sei già nato e sei handicappato in qualsiasi modo può comunque curarti una terza persona.
    - non è giusto fare una cosa solo perchè la possiamo fare, quindi ha senso che si debba decidere quando rinunciare. Non penso che un handicappato sia inferiore a me o abbia meno diritto di vivere, però creare qualcuno apposta con delle difficoltà, in uno stadio a cui a lui non gliene frega niente di nascere o no, mi suona molto arrogante e anche sbagliato.
    Continua...

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  10. - la tua concezione di Vita semplicemente non può valere in un mondo in cui la Natura può essere in larga parte rivoluzionata. O almeno non può valere a livello legislativo e razionale.
    - la differenza tra la mia opinione è la tua è che la mia comprende la tua, ma non è vero il viceversa. In più io ne faccio una questione meno morale di te, e non ti do dell'assassino.
    - l'"""insulto""" non mi colpisce molto personalmente: non mi piacciono i medici, ho fatto questa facoltà orribile solo per fare la psicanalista. Però ci sono molti medici che fanno il loro lavoro con amore e sacrificio, e che mai direbbero al proprio paziente, alla persona che hanno davanti "Non me ne frega niente di quello che pensi, ora facciamo come dico io" (ovviamente in un campo attinente all'etica e al senso di sè, non in un campo tecnico). Un medico va giudicato da quanto fa del suo meglio per aiutare il prossimo.
    - io davvero non riesco a capire come si possa vedere qualcosa in potenza come un bambino. E se anche fosse un bambino (e davvero non capisco come si possa darlo per scontato) sinceramente non me ne fregherebbe nulla: non capisco come si possa metterlo davanti alla persona già viva, e non mi importa della ragione.
    A presto, anche sul topic Viva la morte se ti va!

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  11. Risponderò ad entrambi, tanto mi par di capire che, prescindendo dalla forma, il contenuto non sia eccessivamente diverso...
    Per quanto riguarda l'eutanasia,non vi sto dicendo che la mia teoria è quella giusta, nè che sia logico e razionale quanto vi dico...però, benchè io sostenga che staccare la spina a qualcuno sia sostanzialmente (anche se magari non formalmente) identico ad un omicidio, e se mai dovessi fare il medico e la legge permettesse l'eutanasia sarei senz'altro obiettore di coscienza, non desidero (e se è così sembrato mi spiace, non era mia intenzione, probabilmente mi sono lasciato prendere dal discorso e non ho espresso quanto pensavo chiaramente [a prescindere dal discorso, a me caratterialmente piace fare il bastian contrario...quindi: lei la pensa così, io la penso diversa e dico sempre nero quando lei dice bianco]) imporre la mia volontà o il mio modo di pensare a chicchessìa, ed è per questo che un testamento biologico è necessario, al giorno d'oggi...

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  12. Ritengo però che, se tutti avessero davvero a cuore la vita, esso non sarebbe nemmeno necessario...ma dal momento che il mondo non è quella favola in cui tu sei convinta che io sia convinto di vivere, a questo punto la mia scelta è l'esistenzialismo...

    La mia filosofia riguardo all'aborto ha cercato di essere puramente logica, nell'ultimo commento...ovviamente ha dei limiti, ma meglio dei limiti nel non concedere che nel farlo, a parer mio...ma queste sono opinioni...
    Ritengo che la legge in Italia sia, nel complesso, una legge giusta....o lo sarebbe, almeno, se alle donne fosse garantito tutto quello che dovrebbe esser loro garantito...a partire dall'informazione, passando per imparzialità e chiarezza delle conseguenze in entrambi i casi (aborto si, aborto no)...poi IO sono dell'opinione che ci sia qualcosa di più e che trascende la logica...anche soltanto un'etica (non dico di esser Santo e nemmeno sono certo di essere Cristiano tranne che di ideali di fondo) un po' meno fredda e razionale...altrimenti anche la pena di morte sarebbe corretta...

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  13. Per quanto riguarda l'aborto, è esattamente lo stesso discorso che ho fatto a tua sorella tempo fa: tu stai sostenendo una versione un minimo diversa della teoria dell'incubatrice che propongo io....ti porto un semplice esempio (lo stesso che portai a tua sorella, tra l'altro) : Supponiamo ora che inventino una macchina per fare i bambini...un'incubatrice che potrebbe portare fuori dalla pancia della madre (e quindi dalla sua "carne") lo sputo di cellule pressochè indifferenziate dalla...mmm..poniamo, della seconda settimana di gravidanza in poi...allora la giurisdizione fisica e di dipendenza totale dalla SUA mamma finirebbe...quindi l'embrione diventerebbe una persona dopo una settimana?! Mi pare che la legge stabilisca un limite piuttosto stupido sia da un punto di vista positivista, sia da uno strettamente etico....è un limite che esiste e che è direttamente proporzionale ad una limitazione tecnica, la quale è strettamente collegata ad una limitazione elettronica e meccanica(nonchè chimico-fisica) perfettamente superabile...quindi non sta troppo in piedi questa definizione di persona...
    anche solo perchè altrimenti sarebbe una persona anche un vegetale attaccato ad una macchina, e quindi anche la teoria dell'eutanasia vacillerebbe alquanto...
    Sulla questione dei medici non sono del tutto in disaccordo con te...nel senso, un dottore dovrebbe essere, nell'esercizio delle sue funzioni, effettivamente imparziale (o super partes, se vogliamo)...eticamente non sono troppo d'accordo, ma la mia parte logica in questo caso ti dà perfettamente ragione, purchè esso lo sia DAVVERO, cioè descriva perfettamente pro e contro di OGNI situazione senza lasciarsi influenzare dalla propria opinione personale, e lasci al paziente la possibilità di scegliere senza influenzarlo se non sopra (e, ovviamente, se il paziente non gli chiede direttamente di dire la sua)...
    Detto questo, il confronto è bello (e a me piace un sacco), ma su questi argomenti, oltre un certo limite, diventa una speculazione oratoria, secondo me...

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  14. Vedo che non hai capito un menga, quindi te lo rispiego in modo più facile. L'eutanasia non comporta che un vegetale non sia una persona, anzi lo presuppone, perché altrimenti niente persona, niente volontà. Che staccare una spina sia uguale ad un omicidio è falso. In entrambi i casi, ovvio, una persona muore. Ma la differenza tra un omicidio e un suicidio sta nel soggetto e nell'oggetto dell'atto, che in un caso sono diversi e nell'altro coincidono. L'eutanasia è detta anche "suicidio assistito", perché la volontà di soggetto e oggetto coincidono, ma il soggetto/oggetto non è in grado di portare autonomamente a termine l'azione. Provo a dimostrartelo con un controfattuale: se tutti gli esseri umani, in salute, potessero immettere in un sistema informatico la propria preferenza, e le macchine che tengono in vita i vegetali conoscessero questa scelta e si spegnessero automaticamente se così richieste, sarebbe omicidio o suicidio? Ovviamente suicidio. La macchina ha solo eseguito il compito assegnatole dal soggetto/oggetto. Se si riconosce che è nel diritto dell'individuo decidere cosa fare della sua vita, allora è anche suo diritto che qualcuno gli stacchi la spina, e non si approfitti invece della sua incapacità contingente di attuare la sua volontà. Aborto: se la legge ti sembra giusta (e, tanto per la cronaca, in un ragionamento filosofico sulla giustizia le difficoltà di attuazione sono irrilevanti; un'azione è morale o no a prescindere da problemi di praticabilità), ma contesti la definizione di limite, significa che riconosci che una soglia deve esserci. Se tale soglia esiste, essa rappresenta il momento a partire dal quale possiamo considerare il feto una persona. Prima NON LO E', quindi non ha diritti distinti. La "speculazione oratoria", come la chiami tu, è il genere di dibattito sul quale la democrazia si basa. Il bello della democrazia è che non impedisce affatto a chi la pensa come te di rimanere un vegetale o di non abortire. Ma dovrebbe certamente consentire, su base di un ragionamento razionale già espresso, di farlo a chi lo desidera. Che tu sia un bastian contrario è certamente divertente per la discussione, ma mi auguro che la cosa non si rifletta anche nella tua vita 'reale'.

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  15. La vita... bah. Sopravvalutata. Non so, tu parli di vita come di una cosa con gli angioletti rosa che inneggiano alle nuvolette cippicippi perchè è troooppo figa. Certo che tautologicamente è una cosa centrale, però non è solo elettricità e quindi non mi bastano i riflessi puramente fisici. Per me deve anche essere degna, insomma deve avere qualcosa dentro. Se rimango bloccata dentro i miei incubi muovendo l'alluce una volta al mese non ci voglio rimanere, basta, evidentemente il mio tempo è finito. Peccato o per fortuna sono cazzi miei e dei miei. Tu vorresti sperare nel miracolo? Bè, auguri e figli maschi, che vuoi un applauso? Te lo impedisce qualcuno? Il problema delle parti è che se la maggioranza di quelli che la pensano come me non vogliono imporre a nessuno leggi che li obblighino, non è vero il viceversa. Sono veramente lieta che tu ammetti la necessità del testamento biologico, spero anche però che tu abbia letto la schifezza che stanno proponendo e continuano a rimaneggiare di nascosto. Mi fanno ridere però espressioni come "Se tutti avessero a cuore la vita", perchè è un po' come dire "W la pace" o "W la figa": sembra proprio di non poter dire di no, mammamia, e invece se gratti la superficie della luce ci trovi un sacco di casi in cui potrebbe essere benissimo di no. Non so se tu vivi in una favola, anche se parli molto come uno che non ne ha mai visto uno vivo, di suicida o di donna che sia; so che io non credo quasi in nessun assoluto, e in questo io sono obiettivamente abbastanza estrema anche rispetto a chi ha circa le mie stesse idee.
    Ovvio poi che il vegetale è una persona: è una persona che decide di non voler più vivere in una condizione che non gli piace. L'embrione invece non lo è ancora: non è nato, non è mai stato umano anche se forse potrebbe esserlo.

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  16. Per l'aborto non so come spiegarmi meglio: a me non me ne frega proprio di che cosa sia. In scienza e coscienza credo che siano cellule in potenza per vari mesi, ma se anche fosse un minibambino (cosa che probabilmente per la madre è) non mi importa, perchè per me prevale ugualmente il diritto dell'essere cosciente di disporre di quello che è ancora suo corpo. Se ci fosse una macchina come quella che descrivi non so, certo l'idea della fabbrica di orfani ha conseguenze e risvolti un po' inquietanti, però idealmente potrebbe essere una buona soluzione, mica li voglio schiacciare tutti per forza. Non credo che il grumo di cellule potrebbe già essere un individuo, perchè citando Guano allora possiamo fare il regno della diatomea, però ci potrebbero essere invenzioni giuridiche per arrangiare questa possibilità.
    Dirimiamo il concetto dell'incubatrice. Io non ho problemi con il materialismo, ne ho, e parecchi, con la delega decisionale altrove. La macchina funziona che qualcuno le mette dentro qualcosa e lei ubbidisce alla sua programmazione senza interferenze autonome, salvo malfunzionamento. Ecco: secondo me non esiste proprio il "Ce l'hai dentro ora fai il tuo dovere", o che si possa spostare la responsabilità solo al momento della magari infelice o nolente scelta sessuale. La donna non è obbligata a fare figli e deve avere l'ultima parola su di sè, e sia l'inseminatore sia il Dio mi possono allegramente puppare la minchia.
    Oddio... sui medici super partes mi fai godere. In effetti è così frequente trovare dei macellai armati di machete e cucchiaio che si aggirano nelle ginecologie per costringere le donne a "Buttarlo giù, che tanto cazzo te ne fai di un bambino, ma lo sai che non puoi chiavare per due mesi?". Tutti i giorni davero. Non dubito ci siano episodi di malasanità o menefreghismo, per carità, ma diciamo che ecco, se mi deve proprio venire in mente qualche stronzo che pur di far ubbidire le persone alle sue idee imbroglia e non aiuta il suo paziente penso prima, giusto per fare un esempio, all'obiettore di coscienza che no, lui la pillola del giorno dopo mica la prescrive.
    Essendo che non si può essere sicuri, la libertà è quello che serve a fare in modo che non ci sia chi comanda e chi deve adeguarsi, se non sulle regole necessarie al vivere civile. Come leda gli altri che qualcuno possa decidere da solo sul suo proprio corpo mi resta misterioso.
    A presto!

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  17. Ritengo che, a parte considerazioni filosofico-mistico-religiose tue, che sono personali e rispettabili anche se diverse dalle mie, approvo totalmente quello che hai scritto Flora.
    Lo approvo perchè faccio parte di quella sschiera di cristiani che detesta questa ottusità moralistica che guarda alla parola scritta senza comprenderla e non al dolore umano, alle difficoltà. L'anomimo forse non ha mai visto una persona cara ridotta un vegetale o un agonizzante in preda al dolore senza via d'uscita o no ha mai avuto una figlia suprata ed in cinta a 11 anni...e non può e non vuole capire. O forse preferisce fare le cose di nascosto come molta gente.
    Da parte mia, in alcuni casi eutanasia ed aborto sono atti di pietà....difficile trovare una regola, ma in questo casino è meglio dar retta a ciò che sentiamo dentro e non ha regole scritte da gente che certi problemi non li avrà mai (dubito che Ratzinger abbia mai partorito con dolore).

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  18. Nota: io e Vash di solito litighiamo come cane e gatto su qualsiasi cosa solo perchè io provo gusto a farlo strippare. Che lui, cristiano cattolico e persona profondamente buona, mi dia ragione senza rompere nemmeno un po' sulla mia sete di sangue significa che devo aver detto qualcosa di piuttosto logico e ben esposto. Uau :)

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  19. Anonimucccioooo, dove sei??? Ti devo sguinzagliare la Mage appena torna dalla gita? :P

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