giovedì 22 luglio 2010

Capitolo 3 & 4 - Son tutte Belle le mamme del mondo


Riassunto delle puntate precedenti: Belle ha negato a Jean-Claude, suo ex-figlio prediletto appena uscito da un giro perso a Dire-Fare-Baciare-Un secolo di sevizie aggratis, il permesso di mollare la sua corte e unirsi ai Sex Pistols del kiss di London. Ma la principe, nella sua infinita generosità, concede a Jean-Claude una settimana di tempo per fare tutto quello che gli pare e, poichè ha fumato un bel po' di ganja, estende il dono anche ad Asher, vampiro ex-amante di Jean-Claude intrappolato per sempre in un giro di Dire-Fare-Baciare-Tortura con l'acqua santa. I due colpiti da tanta generosità mettono a frutto la settimana facendo quello che sanno fare meglio. No. Non succhiare, bensì macerarsi nel loro dolore...

Colonna sonora: Sweet child o' mine by Guns 'n' roses
Tre giorni.
Jean-Claude li aveva passati facendo jogging tra la tinozza da bagno, la sua bara preferita e il letto.
Nel percorso faceva tappa davanti allo specchio e controllava le borse sotto gli occhi: erano da spesa all’ipermercato. E piangeva. Ogni tanto contava i suoi abiti nell’armoire, arrivava alla mise che indossava la sera dello stupro. E piangeva. Poi si tirava la coperta sulla testa. E piangeva. Era troppo corta.
In pratica la sua unica attività negli ultimi tre giorni era stata quella di piangere. Le macchie di sangue sulle lenzuola di seta non sarebbero mai venute via, neanche col vanish. Sicuramente Musette si sarebbe lamentata procurandogli un appuntamento nella sala delle torture. Sala delle torture senza Asher. Jean-Claude pianse nuovamente.
Perché non poteva restare altri cent’anni nella sua comoda baretta? Perché non poteva festeggiare l’alba con una bottiglia di champagne per finire spazzato via dalla scopa di Musette? Perché doveva continuare a sopportare questa non-vita priva di dignità? Perché questo accanimento terapeutico?
Il vampiro si rialzò per l’ennesima volta dal suo letto ed entrò in bagno. Si guardò nello specchio cercando di farsi coraggio.
“Punti positivi: sono un vampiro strafichissimo, ho l’ardeur ed è una roba di classe perché ce l’abbiamo solo io e Belle. Lighy non conta per morte eterna sopravvenuta. Mamy è un po’ tanto stronza, ma in fin dei conti mi vuole bene o sarei già polvere sul pavimento da mo'. Adesso sono libero e posso ridere in faccia a tutti quelli mi hanno preso per il culo alla lettera e non. Il mio ex-ragazzo ha delle cicatrici tremendamente sexy. Tre giorni fa abbiamo fatto sesso per la prima volta dopo cento anni, vorrà pure dire qualcosa.” Un timido sorriso gli illuminò il volto stanco. “Punti negativi: sono troppo strafico e sono stufo di essere considerato un uomo oggetto, oltre al mio culo c’è di più. L’ardeur è un tantino esigente e sto andando in crisi di astinenza da capre. Mamy è così stronza che mi puo’ rimettere a fare il puttano e la mia fine sensibilità non lo sopporterebbe. Il mio ex-ragazzo si considera un fenomeno da baraccone e tre giorni fa mi ha stuprato. Vorrà pure dire qualcosa.” I suoi occhi si riempirono di lacrime sanguigne. “E ho finito il mio bagnoschiuma preferito!” Jean-Claude ricominciò a piangere.

“Ah. Ah. Ah.” Bellemorte ansimava non troppo convinta. Ogni gemito corrispondeva esattamente a una crepa nel soffitto. Merde, era ora di rinnovare la doratura.
“Ti è piaciuto Mia Signora?” le chiese con sguardo adorante il licantropo che aveva appena finito di pomparla vigorosamente.
La vampira lo fissò come se lo vedesse in quel momento per la prima volta. “Cosa? Chi? Oh, Maurice!” Un sorriso ammaliante le si dipinse sul volto e la sua voce si abbassò automaticamente di un’ottava passando al sexy-mode. “Ovvio che mi è piaciuto, sono Bellemorte la Dea del Sesso, come potrebbe essere diversamente?” Mentre pronunciava queste parole la donna premette un pulsante nascosto in un fregio della testiera del letto orgy size in cui, improvvisamente, si aprì una botola. L’ignaro Maurice scomparve immediatamente nelle sue profondità con un lungo grido.
Belle sospirò, stringendosi il dorso del naso tra due dita, poi, dopo un lungo sbadiglio, agitò una campanella in cristallo appoggiata sul comodino.
Una porticina si aprì nel trompe l’oeil della parete di fronte. “Mi dica Signò.” Fece Musette inchinandosi al cospetto della sua Signora e padrona.
“Musette qui non si puo’ andare avanti. Sono tre giorni che ho il mal di testa e non riesco a godere. Capisci? IO! BELLEMORTE! Io non riesco a godere!!!
“Inconcepibile nostro Uterus Maximus. Porto Arturo?”
“No, non ne ho voglia.”
Musette fissò la padrona come se le fosse cresciuta una seconda testa sul collo, le lacrime agli occhi e il labbruzzo tremolante.
Belle tossicchiò imbarazzata, improvvisamente interessata alla sua french manicure. “E’ tutta colpa di Jean-Claude, tutta colpa sua. I suoi lai strazianti mi danno l’emicrania e mi impediscono di concentrarmi, il mio ardeur sta alzando bandiera bianca e la mia libido è allo stremo! Non ne posso più!!!”
Gli occhi di Musette si illuminarono. “Lo termino?”
Belle sembrò considerare per qualche secondo la proposta e poi scosse la testa. “No cara, voglio dargli ancora una possibilità. Non l’ho prestato a Tizio e a Caio per cent’anni per farmelo terminare tre giorni dopo. Ho un secolo di orgasmi arretrati, ci penso io. Tu piuttosto preparami due pasticche di LSD e occupati di Maurice.
“Lo termino?” Ci riprovò Musette con un filino di bava alla bocca.
Belle fece un pat pat sulla parrucca della sua arcontessa, aggiungendoci un grattino dietro le orecchie.“Ovviamente! Non può spargersi la voce che non godo. Che ne sarebbe della mia base di potere?” Musette si fregò le mani contenta e sparì strisciando all’indietro, ancora genuflessa, nella sua porticina.

Allacciato al suo cuscino con l’anatra zannuta di peluche a scaldargli la pancia, non sapeva quanto tempo fosse trascorso, quante ore; giorni forse.
Una secchiata d’acqua gelida lo prese sulla schiena, rovinandogli la messa in piega e facendolo alzare di botto, una volta tanto sul piede di guerra.
“Che cazzo vuo-“ Il vampiro si fermò arrossendo e imparpagliandosi nelle parole, alla vista della sua Sourdre de sang che lo fissava, ancora col secchio in mano, in realtà con un’espressione vagamente bonaria negli occhi color dell’ambra.
“Che cazzo voglio? Ma ovviamente il tuo Jean, che mi manca da troppo tempo oramai.” Cinguettò lei dandogli al contempo un’affettuosa strizzatine nelle palle, giusto per dar maggior enfasi alle sue parole.
Jean-Claude si rabbuiò subito, mettendosi a sedere sul letto e voltandole le spalle. “Ecco, lo sapevo, sei qui solo per il mio corpo.”
Belle si mise a sedere accanto a lui, stringendoselo amorevolmente al seno e ravviandogli i capelli scarruffati.
“E per cosa dovrei esserci, caro il mio emo-vampirino? Per i tuoi pianti? E non guardarmi come un idiota.”
Il vampiro tirò su col naso rumorosamente. “Ma io sono tantoooo triste!”
“E io sono tantoooo stufa.” Lo imitò Belle pulendogli il moccio con la sopragonna. “Indovina chi vince tra noi due?”
“Avevi detto che potevo fare quello che volevo.”
“Certo!” Esclamò lei passando ad acconciargli i capelli in treccioline. “Per una settimana! E quello che volevi non contemplava il piangere! Dovevi volere quello che volevo io!”
I due si guardarono in silenzio per qualche secondo.
“E tu cosa vuoi Belle?”
La vampira si grattò la parrucca un po’ indecisa. Poi si mise a rovistare sotto le crinoline tirandone fuori un copione intriso di lacrime. “Ummm…fammi leggere la fanfiction. Prologo…cazzi in culo…litigi…pianti…sguardi gelidi…ah, ecco! Sesso ovviamente.”
“Ovviamente…” Jean-Claude lo disse alzando gli occhi al cielo e raccomandandosi alle divinità protettrici dei vampiri strafichi troppo dotati in arti amatorie. “Qualcuno deve parlare con Morgana71, non c’è dubbio.”
“Non ora però.” Disse Belle fissandolo con sguardo freddo.
“Nooooo! Lo sguardo freddo no! Non bastava Asher, ora anche tu?”
La voce di Belle si fece carica di potere e di una mal dissimulata crudelissima malizia femminile. “A mali estremi estremi rimedi…se non funziona la tortura perché ti piace non mi lasci altra scelta…”
Jean-Claude sospirò. Uno di quei sospiri tremuli che fanno palpitare le ciglia e che sono tanto sexy.
Belle si leccò le labbra, riprendendo nuovamente a trastullarlo in una replica automatica della sua collezione di Non più vergini zannute con bambino. “Senti tesoruccio mio, dolcissimo babà di Belle tua, cucci-cucci della mamma, diciamoci la verità, il tuo pianto mi disturba e mi disconcentra e mi sta dando alcuni…” A questo punto Belle tossicchiò e inaspettatamente arrossì. “Ehm..problemucci che adesso non mi sento di discutere con te. Ma soprattutto sono stufa di passare le serate a giocare a scacchi live con Morte d’Amour. Quando lo metto sotto scacco si putrefà per la rabbia e mi rovina i vestiti. E’ la decima crinolina che butto, mica pizza e fichi?”
Il vampiro sospirò nuovamente, reattivo come un topo morto sa essere. “E allora?”
“E allora sei rincretinito come Pamela in un libro di Liala? Datti una mossa! Sei libero, bello, puoi scopare con chi vuoi, ergo con me, e soprattutto non voglio vederti in giro a strascicare le ciabatte!”
“Ma io non porto ciabatte!” Replicò l’altro, finalmente colpito nel vivo. “Non sono sexy!”
“Fanculo Jean-Claude, era una metafora! Trovati un lavoro! Sei la puttana migliore d’Europa, dopo di me si intende, e adesso non devi neanche battere in strada. Anzi! Non devi neanche battere! Hai la mezzana più carina del mondo: che sarei io".
"Ma… tu avevi detto solo cento anni" balbettò lui già con le lacrime già fuori dalla tasca che tra parentesi non aveva.
"Lo so cos'ho detto, ciccino. Era solo per vedere che faccia facevi, no? Vuoi vendere caldarroste? Vuoi pulire i pavimenti? Vuoi coltivare patate? Basta che lo dici e soprattutto che la finisci di frignarti addosso come un bimbominkia del cazzo. Altrimenti la pettinatura a schiaffo te la faccio io. A taffoni!”
Il vampiro rimase in silenzio qualche secondo e poi rispose con una vocetta tremula da bimbo piccolo. “Ma ho finito il mio bagnoschiuma idratante preferito!”
“Il bagnoschiuma non l’hanno ancora inventato.”
“E il dvd sì?”
“Touchè, fattelo ricomprare da Musette e non se ne parli più.”
“Però…” E qui gli occhi di Jean-Claude si colmarono di nuovo di lacrime.
Belle sospirò immaginando dove voleva andare a parare il suo figliol prodigo. “Asher. Gratta, gratta e si arriva sempre ad Asher.”
“Non mi vuole più. Buaaaaaaaaaaaa!”
Belle continuò a riempire la sua sconsiderata progenie di coccole, sperando così di tappargli la bocca. “Non ti vuole più? Ma hai la presenza di spirito di un ocarina!!!! Quello ti stupra dopo un secolo che non ne dà a nessuno e per te non significa niente?”
Jean-Claude la fissò a bocca aperta e con occhi a cuoricini. “Era il suo primo stupro? Davvero-davvero?”
Belle gli diede incoraggianti pacche sulla schiena. “Sì mio caro, ha stuprato solo te. Non ne sei orgoglioso?”
“Solo un idiota lo sarebbe.”
“Appunto!”
Jean-Claude si alzò battendosi fieramente il petto. “E’ vero! Sono libero, posso scegliere cosa fare della mia vita e avrò di nuovo il bagnoschiuma! E ho un posticino tutto speciale nel cuore del mio ex.” Concluse risedendosi e riannidandosi soddisfatto tra le tette di Belle.
“Specialissimo! Altri duecento anni ed è tutto tuo!”
“Mi sento meglio.”
“Sono contenta. Soprattutto che hai smesso di guaire.”
Il vampiro si sistemò più comodamente contro la sua master, facendo le fusa. “Puoi continuare a farmi le carezzine sulla schiena? Mi piace…”
“Se vuoi ti rimbocco anche le coperte, vuoi mica il ciuccio?”
“No, ti prego! Non chiamare Arturo che mi si sloga la mascella!”
“Scherzavo, tontolino che non sei altro!”
I due si scambiarono tenerezze varie in silenzio.
“E ora che si fa?” chiese Jean-Claude tra un ron ron e l’altro.
“Bè…è un capitolo intero che non facciamo porcate…lo sai com’è…”
“Sì. Lo so com’è!” Sbuffò lui. “Accidenti a Morgana71!”
Bellemorte lo fissò con sguardo gelido.
Ma nonostante la premessa il vampiro si diede anima e corpo. Si nutrì della sua Master, e lei di lui, come affamati dopo secoli di dieta forzata, fondendo i loro demoni l’uno con l’altro come cioccolatini al 70% di cacao.
Mezz’ora dopo Musette stava sferruzzando scaldamuscoli borchiati per la sua Signora e Padrona quando sentì provenire un urlo liberatorio che echeggiò a lungo nei labirintici corridoi dell’augusta residenza.
L’arcontessa rabbrividì estaticamente, beandosi del dolce suono ad occhi chiusi. Le cose cambiano in fretta, pensò, ma certe non cambiavano mai…
Molte urla dopo, un po’ prima dell’alba, uno Jean-Claude sudato e soddisfatto guardava con aria complice la sua Sourdre de sang che fumava un sigaro cubano, finalmente appagata.
“Perché mi fissi con quell’aria ebete?” Gli sussurrò Belle, in realtà molto compiaciuta di se stessa, soffiandogli in faccia cuori di fumo.
“Credevo ti piacesse che i tuoi uomini ti amassero incondizionatamente.”
Belle continuò a sbuffare fumo, emettendo stavolta grossi falli che andarono prontamente a infilarsi nei cuori. O non erano cuori?
“Jean-Claude. Piccolo mio. Ti conosco da secoli e so benissimo che quanto più la tua espressione è ebete tanto più alacremente pensi. Poi, che tu stia pensando cazzate è fuor di dubbio…”
“Ma Belle!”
“Niente ma. E spara subito finchè mi dura il buon umore post-coitale.”
“Ehm…stavo pensando a quello che mi ha detto prima…” Mugolò il vampiro accarezzando la sua partner con la papera di peluche.
La vampira sospirò. “A cosa pensavi in particolare? Che sei idiota?”
“No. Al fatto che mi devo trovare un lavoro.”
Belle spense il sigaro sulla testa del peluche inarcando un sopracciglio all’indirizzo di Jean-Claude. “Bene, bene, bene. Quanta voglia di fare! Se non ne fossi sicura al cento per cento direi quasi che non potresti essere della mia linea di sangue, nota schiatta di perdigiorno fancazzisti. E hai già qualche idea?” All’improvviso le delicate sopracciglia della donna si trasformarono in un sopracciglio monolineare stile Elio e le storie tese. La temperatura scese in picchiata e lo sguardo della vampira si fece…ehm…gelido. “Aspetta! Mica vorrai dirmi che c’hai pensato mentre scopavi con me?”
“Nononono! Ma cosa dici mai! Come potrebbe un qualsivoglia vampiro con un minimo di testosterone nelle vene-“
Belle sbuffò. “Vabbè basta leccate. Parla.”
“Ho deciso di coltivare patate.” Fece l’altro tutto orgoglioso.
“Prego?”
“Vorrei fare il contadino, mettere su una fattoria, sai le mie radici…”
“Eeeeeeeeeeeeeeek!” Urlò Belle maledicendo dei ed eroi, cani e gatti ed entrando in crisi di astinenza. “Io ti do una fantastica opportunità e tu mi vuoi fare lo zappaterra? Ma ci faccio una zuppa con le tue radici!!!!”
Il vampiro si mise a ridacchiare.
“Ma dai Belle, mi ci vedi con le unghie sporche di terra? Stavo scherzando!”
Belle comincio a contare le posizioni del kamasutra per calmarsi e arrivata alla 69 esalò un lungo respirò. Poi mollò uno schiaffone al fanciullo impertinente meditando di fargli ingoiare la papera.
“Jean-Claude? Ti volevo di nuovo vivace, ma adesso stai esagerando. E allora sentiamo, cosa vorresti fare quando non scopi con me?”
“Vorrei un locale tutto mio.”
“Ummm…un locale.” Gli occhi di Belle si fecero calcolatori diffondendo nella stanza una tenue luminescenza verde dollaro. “Mi piace! E ho persino già in mente cosa assegnarti!”
“Davvero?”
“C’è un tugur-Cioè, una romantica costruzione diroccata che con la tua ferrea conduzione e il tuo gusto innato per l’obbrobrio potrebbe rinascere a nuova vita.”
Jean-Claude incrociò le braccia. “Non voglio amministrare un bordello!”
“Ma che bordello e bordello! Sei troppo puttansuora per amministrare un bordello. Ti darò un teatro!”
“Un teatro?”
“Oui, ti piace?
Il vampiro chiuse gli occhi e cominciò a declamare in bello stile Vittorio Gassman legge il menù. “Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C'è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Ed entri in un altro mondo.”
“Si vabbuò. Vedi di non farmi il Requiem della situazione e di tirarci fuori qualche soldo che sennò ti mando a zappare patate sul serio.”
“Come desidera la mia signora. E adesso?”
La vampira gli soffiò nell’orecchio graffiandogli il petto. “E adesso manca più di mezz’ora all’alba. Datti da fare che sono in arretrato!”
Jean-Claude prese aria e si rituffò sotto le lenzuola.

Au revoir

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

Nessun commento:

Posta un commento