martedì 17 agosto 2010

Capitolo 18 - Emo o emù? Questo è il cliffangher!


Riassunto delle puntate precedenti: Asher, in meditazione allucinogenamente assistita sulla riva del fiume, aspetta il cadavere del suo nemico. Non arriva un cazzo ovviamente, un po' perchè sono troppi un po' perchè al decimo barbone il nostro si è stufato di aspettare. Sta, stranamente, meditando di farsi fuori quando arriva il settimo cavalleggeri in uniforme d'ordinanza. Che sarebbe Jean-Claude nudo... Asher messo di fronte al bivio se fosse meglio morire o una fetta impanata di culo fa la sua scelta. Secondo voi qual'è?

Colonna sonora: Spirit in the sky by Dr. & The Medics, Dammi una lametta che mi taglio le vene by Donatella Rettore
Morgana71 aveva detto NO. Non solo No, ma Hell no!
Asher a dire la verità ci aveva provato a farla ragionare, perchè parlando proprio papale papale quell’offertina del suo piccolo Jean di fargli da zerbino non gli faceva più tanto schifo: insomma, certo non avrebbe ceduto subito e l’avrebbe fatto ballare ancora un po’, però insomma almeno un giretto si poteva fare senza drammi, in fondo la sessualità era un lato importante di un’anima afflitta, no? E poi le fan volevano vedere nudo anche lui, eccheccazzo, almeno le donne etero e i masochisti, e tutta questa sfiducia sulla sua capacità di tenere il muso se smetteva di passare le sue notti da solo a deprimersi era ingiusta e ingiustificata, e ledeva la sua dignità e la sua reputazione di checca isterica sexysadica.
Ma l’Autrice aveva detto no, rivelandogli in gran segreto per convincerlo il numero totale dei capitoli, e promettendogli un sacco di momenti emo, di Pringles e di altro per impedirgli di rovinare il suo capolavoro. E il vampiro aveva concluso che se cuccava offstage poteva resistere ancora un po’, mentre Morgana71 si era messa a ragionare su qualcosa di grosso e drammatico, che li facesse incazzare di nuovo in grande stile.
Così non l‟aveva mai fatto. Non una volta si era rivolto a lui. Quanto tempo era trascorso? Dieci anni? Cinquanta forse. Strano come il tempo perda qualunque valenza quando sei immortale e la tua esistenza è piena di noia ma costellata di begli omicidi e tortura.
L‟esilio parigino non era stato finora eccessivamente penoso. Belle era diventata inspiegabilmente tollerante verso di lui, e le solite urla disumane “Sei un mostrooo” si erano gradualmente trasformate in semplici pugni in faccia quando le veniva voglia di scoparlo e si ricordava tardi del problema Mezza faccia. Evidentemente, riavere Jean Claude in uno stato semicoerente e voglioso di interagire e di farle regalini le aveva dato una calmata. Il flusso di gente che arrivava in tapis roulant alla camera della zoccoletta era pressochè continuo: non che Jean-Claude fosse l’unico professionista in attività a corte, ma era così felice di poter finalmente saziare la fame atavica da mangiapatate anoressico che non gli bastava mai. La cosa si univa mirabilmente al mondo che si era ampliato in modo inaspettato, e le potenzialità di questa estensione non erano sfuggite alla sua Master che voleva di più: più ricchezze, più potere, più territori. Più vittime per lei; quindi, per Jean Claude.
Asher sbuffò in modo nevrastenico. Era in piena crisi emo. Aveva tergiversato per tutta la serata, indeciso se aspettare il suo ritorno o andare lui stesso nella bocca del lupo. Purtroppo non poteva più evitarlo: il giorno dopo sarebbe partito per conto del Consiglio, e c‟erano un paio di questioni in sospeso che non potevano più essere rimandate fino al suo ritorno.
Dite che è la scopata d’addio? O che vuole lasciargli il suo criceto mannaro in giacenza? Maaannnòòòò.
Jean Claude aveva avuto un’idea geniale e aveva deciso di acquistare lo spazio che si estendeva dal suo teatro fino alla riva della Senna. Già, proprio fin dove lui amava trascorrere il suo tempo lontano dal mondo a guardare i barboni vomitanti. In realtà gli era sorto il dubbio che l‟avesse fatto apposta, anzi, ne era certo e gli avrebbe sicuro tenuto il muso per questo, ma, in effetti, aveva dovuto ammettere con sufficienza che forse una distesa di verde da sfruttare nei mesi estivi, durante i quali quella sua bettola avrebbe potuto dare dei party tra le zanzare, potesse essere economicamente sensato.
Questo lo avrebbe costretto a trovarsi un altro rifugio solitario dove farsi le … ehm, dove rilassarsi, ma doveva ammettere che era il luogo migliore e più logico in cui realizzare un simile progetto. E dato che era sempre lui ad occuparsi delle influenze in burocrazia e legge di Belle, gli toccava. Aveva già preparato i canonici 10 kg di scartoffie, e torturato alcune segretarie fannullone: mancavano soltanto alcuni dettagli da definire e un paio di firmette. Quando si dice "la burocrazia si espande per soddisfare i bisogni di un'emotività in espansione".
Perché si era ridotto ad aspettare fino all‟ultimo momento? Perchè regolarmente aveva trovato scuse o si era preso male o non aveva voglia di vederlo, e comunque avrebbe potuto pensarci Jean-Claude per tempo. Fatto sta che, alla fine, aveva deciso di andare da lui, nella speranza di trovarlo fuori dal teatro e fargli una scenata in mezzo alla strada, così magari avrebbe potuto resistere alla voglia di scoparlo, o lui sarebbe scappato piangendo. A Morgana71 sarebbe sicuramente piaciuto.
Quanto aveva voglia però di smetterla con questa farsa: vivevano nella stessa casa che, per quanto immensa, non gli impediva di incontrarsi; i loro sguardi si incrociavano ogni notte, a volte più di una volta, cosa che per lui era stata, e continuava ad essere, una sfida continua, una lotta contro la sua stessa capacità di tenere il muso. I momenti peggiori erano quelli in cui Belle e Jean-Claude si mettevano a scopare con l’ardeur, lo invitavano e poi gli facevano trovare la porta chiusa. Aveva urlato, aveva bestemmiato tutti i santi conosciuti, aveva devastato un sacco di stanze e consumato Analità campagnole e Belle l’aveva costretto a spostare mobili per domeniche intere. Ma non aveva ceduto, mai una volta.
Adesso non poteva farne a meno; tra pochi minuti sarebbero stati loro due, faccia a faccia. In realtà avrebbe potuto benissimo mandare un fattorino, ma la sua scelta di fantasie erotiche iniziava ad assottigliarsi, e in fondo erano almeno due capitoli che non lo picchiava. Piuttosto che andare in volo, aveva preferito camminare per potersi così scervellare con mille illazioni su come sarebbero andate le cose, caricandosi per una bella scena isterica. Ma non si sentiva uno stupido. Era solo un emo terminale pieno di gelatina e con… diciamo in mano… un copione allucinante. E poi doveva pur succedere qualcosa, altrimenti facevamo girare i pollici ancora un paio di capitoli poi ci infilavamo un bel matrimonio con Jean-Claude vestito da Rossella O’Hara.
Per eccitarsi un po’ di più si era fatto passare da Belle un po’ di anfetamine, in modo da arrivare completamente strafatto: ultimamente lei lo teneva ben rifornito di droga purchè lui non spaventasse la gente ai suoi ricevimenti, mentre quel bastardo di chiodo fisso si comportava in modo umile e sottomesso, senza mai provocarlo o dargli un assist. Non c’era ragione di pensare che avrebbe fatto il figo proprio oggi, probabilmente l’avrebbe trovato a sbronzarsi con la troupe, che ovviamente gli leccava le suole come tutti gli stupidi umani. Certo che Jean-Claude aveva proprio un debole per la plebaglia: non che la corte di Belle fosse il massimo della vita, ma la deriva adolescenzial-comunista da figlio di papà era veramente poco dignitosa. Insomma, sarebbe stata una noia mortale, magari ravvivata da un paio di battutacce.
Avrebbe preferito continuare con le sue seghe mentali, invece si ritrovò di fronte all‟edificio. Finse di cercarlo fuori ma era deserto, guardò anche sul tetto, e chissà perchè avrebbe dovuto essere lì, e alla fine si convinse che per non sembrare psicopatico oltre il necessario doveva entrare.
Qui abbiamo altre quindici righe su Asher che sta sotto la pioggia a rompersi le scatole, bagnare documenti, piangere senza essere visto, meditare oscure trame, fingere di pensare agli affari, immaginarsi Jean-Claude nudo, contare le pecore, dare calci a barboni eccetera.
Comunque alla fine entra eh? Giuro.
Aveva appena messo piede nell‟atrio, quando la sua mente registrò qualcosa di inaspettato. Lasciò cadere immediatamente la sacca e la tensione che aveva provato fino a quel momento lasciò il posto a un feroce istinto animale: i suoi occhi si accesero, squarciando l‟oscurità che avvolgeva l‟intera sala, e le sue labbra si piegarono in un ringhio rabbioso che gli snudò le zanne. Tutti i suoi sensi erano all‟erta. Era odore di sangue quello che impregnava l‟aria. Odore di sangue e di sesso. Si lanciò di corsa all‟interno, a scandagliare come un cane da tartufo ogni angolo del parterre, tra le poltrone, dietro gli immensi tendoni, in preda per una volta a una vera crisi isterica. Dopo aver controllato l‟intera platea, balzò sul palco vuoto e lo attraversò come una furia, tirando giù un pezzo di sipario, mentre passava dalla crisi emo schizofrenico-aggressiva alla crisi emo depressivo-ansiosa. Nella sua mente iniziò a farsi un viaggio, in parte causato dalla droga: Jean Claude nelle mani dei consiglieri, il suo corpo in balia di Morte D‟Amour, di Padma, di Yvette... i suoi bellissimi occhi spenti dalla rassegnazione. Era già un po’ eccitato.
Senza rendersene conto, si scagliò in volo verso la destra del palco e scaraventò giù la porta del camerino riservato agli attori.
Ta-dàààà!
Qualcosa dentro di lui si ruppe irrimediabilmente. Irrimediabilmente è un parolone, ovvio, però al momento si incazzò come una bestia.
Il suo cuore si fermò, per poi riprendere a scalpitare impazzito come un canarino idrofobo nel petto o nel torace; faceva male, un dolore lancinante, come se qualcosa glielo volesse strappare via dal petto riuscendo solo a lacerarlo. Bè, sì, un canarino sanguinolento avrebbe in effetti cercato di uscire. I suoi occhi si inondarono di lacrime, finché non pensò di vedere doppio.
Era la possibilità numero due.

Au revoir

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

giovedì 12 agosto 2010

Capitolo 17 - Dimmi cosa vedi. Ehm... un pony arcobaleno?

Attenzione! Questo è un emù.

Riassunto delle puntate precedenti: Belle e Jean-Claude hanno avuto una bella chiacchierata chiarificatrice; gli ha rivelato la vera natura di Asher. Naturalmente il povero vampirello ha fatto finta di non capire perchè La vie en rose è la sua canzone preferita e quando indossi gli occhiali di lolita vedi a cuoricini anche le fruste. Riassumendo brevemente...per il nostro Jean-Claude non c'è speranza, se mai c'è stata, e per Asher... a proposito, dov'è Asher?

Colonna sonora: A tout le monde by Megadeth
Ci scusiamo con i gentili lettori per l’inconveniente, ma il capitolo che vi presenteremo fra poco ha nell’originale una lieve devianza verso la poeticità hardcore. Si ritiene dunque appropriato mantenere lo stile voluto dall’autrice.
Din sulla vetta della torre antica, il passero solitario alla campagna cantando va, finchè non muore la notte, ed erra l’armonia su questa valle. Primavera d’intorno brilla nell’aria e per li campi esulta, sì che a mirarla intenerisce il core. Sempre cara gli fu quell’erma radura, e quella Senna, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando interminati film di là da quella, e sovrumani pettegolezzi, e profondissimo ardeur lui nel pensier si finge, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento ode stormir tra queste piante, i suoi vecchi amanti va comparando. E gli sovviene la voglia di spararsi.
Traduciamo. Asher stava a farsi una canna nel solito prato vicino al teatro di Jean-Claude. Non era ai livelli danteschi di Glauco che dopo aver mangiato l’erba si crede un tritone marino e si butta in acqua e muore, ma almeno a quelli emo del pastore errante che dopo aver visto per la quarantasettesima volta Analità campagnole guarda il cielo e ha le visioni sì. Poi guardò gli alberi. Poi guardò la luna. Poi guardò il fiume. La cosa lo ispirava a farsi delle menate, ma delle menate, ma delle menate che voi non ne avete un’idea, e considerate che stiamo parlando del re della gigapara, che Jack Leopard I gli può puppare la minchia, ergo se Morgana71 ci viene a raccontare che Asher sta seduto in un prato con una canna a fissare il vuoto e a crogiolarsi cupamente nel suo dolore peggio del solito siamo a cavallo.
“E lucean le stelle… e olezzava la terra... stridea l'uscio dell'orto... e un passo sfiorava la rena… Entrava ella, fragrante… mi cadea fra le braccia… Oh dolci baci, o languide carezze… mentr'io fremente… le belle forme disciogliea dai veli! Svanì per sempre il sogno mio d'amore... L'ora è fuggita… e muoio disperato... e muoio disperato... E non ho amato mai tanto i pompini…”
“Muori, cane!” gli urlò un barbone prima di gettarsi nell’acqua fangosa della Senna.
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita...”
NB: I puntini di sospensione rendono il tutto più lagnoso e da fallomarmocchio (bimbominkia ndr).
Traduzione: Asher mentre si fa una canna e si deprime inizia a pensare alla sua triste vita, a quanto era viziato da vivo, e quant’era bello avere una donna bionda e sottomessa come Julianna, a cui piaceva rammendare calzini e far trovare la cena pronta al suo signore e padrone. Ora invece si sente una merda: è un cesso, è antipatico quasi come Yvette, non ha più una dignità, è pieno di gelatina e Belle è una troia, e Jean è una troia, e li ha beccati, e non c’è niente che lo renda felice. Gnegnegne.
“Essere o non essere, questo è il problema! Mi lascio drogare come Sparrow, scopo e mi metto tranqui o continuo a fare il gelido? Quali sono i lati negativi della prima opzione? Dunque, calcoliamo i pro e i contro come direbbe Donna Letizia: pro è scopare, contro è non essere lo re dell’ardeur”.
Era un sacco di tempo che voleva suicidarsi, dato che era così sfiguez. Perchè non l’aveva ancora fatto? Perchè da bravo emo di merda gli piaceva molto di più lagnarsi e pettinarsi i capelli davanti agli occhi, tagliandosi magari ogni tanto per bellezza. Però se Jean Claude tornava con Belle non gliel’avrebbe perdonato, ah questo no! Sì, forse l’aveva abbandonato per cento anni a prenderlo nel culo tutto da solo, e l’aveva anche stuprato davanti a tutti, e gli faceva fare una vita d’inferno. Ma cazzo lui si era preso l’acquasanta e quindi meritava un po’ di leccate. E poi non poteva funzionare: era troppo geloso, e comunque voleva la libertà di farsi altre persone per rassicurarsi, mentre Jean Claude avrebbe dovuto diventare monogamo e pensare solo a leccargli la suola delle scarpe, eccheccazzo!
“E tanto sono brutto e tutti mi odiano, ma lui mi ha fatto un pompino, ma lei è morta, ma lei non mi vuole, che sia perchè l’ho mollata dandole della brutta troia insensibile?, e sì e no e sì e va bene, vedo non vedo, voglio non voglio, e tanto mi lascerà magari tra 2000 anni ma mi lascerà e io non posso certo sopportarlo è inutile mettersi in una storia senza futuro, in fondo ha patteggiato 100 anni, mica di più, significa che non mi ama abbastanza anche se ne vorrebbe ancora ma tanto ne vuole da tutti perchè è una troia. Avrei dovuto morire da piccolo con i peli del culo a turacciolo che morire da vecchio soldato con il pelo del culo bruciato. Io non posso restare seduto in disparte nè arte nè parte, non sono capace di stare a guardare quegli occhi di brace e poi non provare un brivido dentro e correrti incontro gridarti TI AAAAAAMMOOOOOO, ricominciaaaaaamooooo. E invece no, io non aprirò, perchè se usa l’ardeur vuol dire che non vuole lasciarsi picchiare e quindi che non mi ama, ecco. OOOOOhhhhh cazzo, non mi viene una ragione sensata per non rimettermi con lui felici e contenti. Mi suiciderò.”
NB: Questo tira e molla ecc ecc ecc continua per circa 5 pagine.
E alla fine grazie a Dio Asher decide di aspettare l’alba e morire.
Possibile? Mannnòòòòò. Perchè a un certo punto Belle si era stufata di giocherellare con Jean-Claude, e gli aveva dato una gomitata: “Dai, Asher si sta suicidando, vai a salvarlo che se no ci finisce la fan fiction!”
Inutile a dirsi, il vampiro si era precipitato a rotta di collo ancora nudo, trascinandosi dietro solo un lenzuolo, inciampandoci dentro e atterrando di schianto sopra colui che cercava.
“Certo che sei una sega anche a volare, oltre che coi sassi. Mi hai fatto male, stronzo. E sei arrivato all’ultimo momento come al solito. Finito di scopare? Tanto non mi sposti, vuoi vedere? Ormai cazzi tuoi.”
“Andiamo, Asher.” Miagolò la voce familiare. “Si è fatto tardi. Non spaccare i coglioni.”
Le parole erano spavalde, ma il tono era terrorizzato e gli battevano i denti. Asher si sollevò sui gomiti e si voltò. Jean Claude era in ginocchio davanti a lui, offrendogli la pancia in segno di sottomissione, con un sorriso disarmante e due occhi dolcissimi che luccicavano ansiosi, in attesa di una risposta.
I due rimasero a scrutarsi in silenzio, due ombre che i riflessi dell‟alba sull‟acqua cominciavano lentamente a colorare.
“Sentiiii” Bisbigliò improvvisamente, senza staccare lo sguardo dal suo. “Cercherò di fare tutto quello che vuoi, se mi vuoi fuori dal cazzo mi eclisso come un lombrico, se mi vuoi sul cazzo ci vengo meglio di Skytg24 sulla notizia. Ti chiedo soltanto una cosa.” Continuò balbettando spiritato “Ogni volta che ne sentirai il bisogno, in qualunque momento, per qualunque cosa... vieni da me. Fammi quello che vuoi. Cioè, intendo tutto-tutto, anche se vuoi picchiarmi. Ti porto la colazione a letto. Ti rammendo i calzini. Ti faccio tutti i pompini che vuoi. Ti lucido le scarpe. Ti pettino i capelli davanti agli occhi. Ti do una fetta di culo impanata.” Allungò un braccio verso di lui e gli porse la mano. “Non avrai bisogno di implorarmi, basta che mi costringi, lo sai che mi piace di più.” Sospirò. “Pliiiiiiiiis”.
“Vabbè, se me la metti così mi degnerò di concedermi per stamattina. A portare avanti la ff ci pensiamo domani”. Gli prese la mano sentendosi subito meglio, e tornarono a casa svolazzando romanticamente.

Au revoir

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

Capitolo 16 - Ma non è cattivo, è che lo disegnano così!


Riassunto delle puntate precedenti: Asher e Jean-Claude, sono tornati dal loro incarico vittoriosi e soddisfatti, soprattutto soddisfatti. Asher come al solito fa il sostenuto, ma Jean-Claude viaggia su una nuvoletta rosa... ci pensa la sua sire, da cui i due pirla sono a rapporto, a farlo uscire dal boschetto della sua fantasia facendola annusare a tutti e due e poi cacciando Asher in malo modo. Sarà perchè è una stronza? Sarà perchè è una fine stratega? Probabilmente per tutti e due i motivi...

Colonna sonora: Bad to the bones by George Thorogood
“Brutta troia, m’avevi detto che mi aiutavi a rimettermi con lui” Jean Claude vagava per la stanza con l‟espressione incredula e irritata. Non appena la porta si era chiusa, si era avvolto in una tenda e precipitato per rincorrerlo. Ma non era ciò che la sua Master voleva, e alla fine era rimasto immobilizzato a tirare contro il guinzaglio, con la fronte e le mani incollate alla porta come quelle di Asher in una macabra parodia di ET. Finché, dopo alcuni minuti, aveva sentito l’aria muoversi dietro di sè annunciando uno scappellotto da staccargli la testa, e la donna che sbraitava “Asher, cristo, levati da lì, voglio scopare, vai in giardino, vai a giocare al volano, vai a mangiare un pipistrello vivo in camera tua, brutto coglione!”; lui si era cavato di culo volando verso Analità campagnole e a quel punto Jean Claude si era voltato furiosamente verso Belle. Lei si era distesa tranquillamente sull‟enorme letto e lo osservava sogghignando, probabilmente in attesa della sua reazione. Per tutta risposta, lui aveva cominciato ad agitarsi istericamente, ripetendo gli identici andirivieni con cui lei stessa si era dilungata poco prima, lanciandole occhiate indignate, e guardate che questo c’era anche nell’originale, mentre le ultime quarantotto ore rivivevano nella sua testa come una sequenza fulminea di topi danzanti.

“Cazzo-cazzo-cazzo-cazzo!” Ripeteva più fra sé e sé, con l‟espressione sconcertata di chi cerca disperatamente una soluzione all‟orribile situazione che in cui è stato incastrato. “... per fortuna che l’esperta eri tu, figa sei geniale, geniale davero, uffa, ecco, però”.
“Finito?”
“Dai scopiamo con lui. Aiutami. Dai, dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai daaaaai. Pliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiis!!!”
“Adesso hai finito!” Sentenziò lei dopo aver lasciato che smaltisse un po‟ di rabbia. Jean Claude si bloccò e la guardò, troppo incazzato per una volta per essere impaurito ma vagamente consapevole di avere ancora gli arti attaccati al corpo, a dimostrazione dell‟enorme pazienza che lei stava dimostrando rispetto ai livelli di tolleranza di qualunque persona normale.
“Datti un contegno; o mi toccherà pensare che basta un pompino perchè Asher ti contamini con la sua instabilità nevrotica, e quindi lo dovrò uccidere”.
Lui spalancò gli occhi sconvolto. Era davvero così stupido da illudersi che LEI non se ne sarebbe accorta? E darle così palesemente della babbiona era forse una mossa azzardata? Ma mettersi in bocca un vibratore prima di fare danni non l’avrebbe mai imparato a fare?
La master schioccò le dita e inizò a guardarlo con occhi soleggiati, ipnotici, e il vampiro si ritrovò sempre più assonnato e automaticamente voglioso di andare verso il letto e le lenzuola di seta. “Vieni quiiiii, coraaaaggiooo, va tuuuuttto bbbeeeeene” cantilenava lei costringendolo a obbedire agitandogli ritmicamente le tette davanti al naso. “Lo sai che non capisci mai un cazzo, quindi alluuuungati qua che te lo do ioooo un promemoria, fiiiidati di meee, piccolo scemino, io so tuuuuttto, conosco il tuo cu…ooooore, ti darò… ehm… tutto quello che vuooooi”. Lui si addormentò di schianto.
“Sveglia, sveglia, Chicco!” Belle interruppe l’incantesimo battendo brutalmente le mani vicino alle orecchie del bell’addormentato.
“Eh sì cosa dove Asher?” Jean Claude saltò su tra lo sconvolto e il rincoglionito, o almeno ci provò, perchè si accorse nel modo peggiore di essere legato alle colonne del baldacchino. Al che si rilassò, tanto c’era abituato, ma subito dovette cagarsi addosso di nuovo perchè lei gli stava seduta sopra con una mannaia in mano.
“No, no, Belle non mi uccidere!” implorò.
“Mannò tesoruccio, figurati, vieni qui che ti do un bacino”.
La vampira si chinò a baciargli dolcemente prima le labbra, poi la guancia, e infine si fermò sul collo. Non appena lo graffiò con le zanne, Jean Claude sobbalzò, per poi rilassarsi sotto il tocco sensuale e deciso della sua lingua che cominciò a scorrere lungo la piccola scia di sangue: abbandonò ogni resistenza, e smise di pensare ad Asher che tanto lo stressava e basta.
Un dolore lancinante lo colpì inaspettato al centro dello stomaco, strappandogli un gemito soffocato, mentre una fitta violentissima lo trapassava da parte a parte. E non appena si accorse del sogghigno di Belle, che leccava avidamente l’ascia insanguinata, un impeto di terrore si disegnò sul suo volto.
“Scusa, mi è scivolata”.
“Ti è scivolata? Cazzo, almeno rimettimi dentro le budella”.
“Sta un po’ zitto e ascolta me. Tu non hai idea di quello che ti aspetta, vero? Non hai capito niente... come al solito aggiungerei.” E scoppiò a ridergli in faccia.
Jean Claude cominciò a pensare, cosa di per sè laboriosa, a cosa avesse fatto di così oltraggioso da provocare le ire della sua Master e impegnandosi un pochino si ricordò della scenata completa di insulti di poco prima. “Oddio, scusa-scusa-scusa, non volevo, sono un idiota, fammi quello che vuoi ma perdonami…”
Lei sbuffò e gli ricucì la ferita, dandogli un altro bacino per far passare il dolore.
“Grazie-grazie-grazie, così va meglio”.
“Non ti preoccupare per quello, se proprio ti senti in colpa posso mandarti a letto senza cena, ma mi fai troppa pietà.”
“E allora perchè non mi molli, anzi, mi stai facendo male malino? Lo sai che non sto capendo niente. Non ti stai neanche divertendo tanto.”
Lei sospirò melodrammaticamente. “Speravo che fosse lui a dirtelo, ma a quanto pare non ne ha avuto il coraggio. O forse non la reputa una cosa così importante da doverla confessare al suo grande amore.”
Jean Claude sbottò tra il confuso e l‟irritato. “Cazzo dici, Brain?” Sì, solo nominargli Asher era una mezza tortura, però lui era fuori dalle scatole ora, vero?
“Tu sai che lavoro fa per il Consiglio?”
“Me ne deve fregare qualcosa?”
“Eh, io ve l’avevo detto che stare con me era meglio, ma voi no, non avete voluto ascoltarmi. E ora ho dovuto passarlo in giro anche ad altri per le loro porcherie, e lui fa servizi a tutti.”
“Sì, lo sappiamo tutti, l’hai appena detto e c’è scritto anche nella fan fiction” replicò alzando le spalle annoiato.
“Non sai un TUBO” esclamò dandogli una sberla. “E’ diventato lo spaventapasseri cesso e fanatico che fa atrocità, tragedie e lachi di sangue, anche se non terremoti. Mi hanno detto che tanto a scopare non serviva più e io ero incazzata e gli ho detto di sì”.
Jean Claude si sentì ancora più confuso da quelle parole incomprensibili “Bè, sarà contento no?”
“Ma sei scemo? E’ cambiato Jean, l’acqua santa gli ha corroso la faccia e le cervella e poi lui è anche diventato più stupido di prima”. Sentenziò lei severa.
“Vabbè, in cento anni si cambia. E il mio ammmmore non è stupido. Ma aspetta, non stai parlando di Andros vero? Non ti sento, non ti sento lalallalalalala” Un moto di orrore cominciò a insinuarsi infido. “Asher non è mica cattivo, è che lo disegnano così” Affermò con decisione.
“No, non lo è.”
Lui sospirò risollevato e ritrovò i battiti del suo cuore, che senza accorgersene, si erano fermati in attesa di una risposta.
“Ma è un mostro”.
“Eeeeeeeek. Non è un moostrrroooooo!”
Persino lei sembrò contrariata da quell‟affermazione, a cui seguirono attimi di cupo silenzio. Osservò il volto del suo vampiro sbiadire e poi spegnersi tra le spire di quell‟atroce verità che però quel gattino pervertito doveva sapere. “Alla fine ha trovato un modo per rendere socialmente accettabile la sua perenne incazzatura folle”
Jean Claude si sentì svuotare, mentre la voce di Belle gli risuonava in testa come un‟eco infinito; e tutto sembrò d‟un tratto acquistare un senso. Ripensò d‟istinto a quella dannata notte, la sua ultima notte di schiavitù che, in virtù di quanto aveva appena scoperto, era stata per Asher l‟occasione per dargli il benvenuto nel suo nuovo mondo. Forse non gli era piaciuto, era stato solo lavoro. Forse non era stato il suo primo stupro dopo cento anni. E iniziò a piagnucolare sommessamente.
“Non farti i tuoi soliti viaggi da emo, Jean, è già tutto abbastanza palloso così. ” Gli intimò lei, leggendo i suoi pensieri. “In fondo ogni tanto ha ancora qualche sprazzo di lucidità. Detesta essere diventato un mostro, nel corpo e nell‟animo.”
“Asher non è un moooostrooooooo. Ufffaaaaaaa.” Sibilò furente. Nonostante tutto, era davvero stanco di sentirlo dire.
Ma la sua reazione sembrò rompere le palle alla dolce Belle.
“Sai” riprese lei “una rosa anche se non si chiamasse così avrebbe lo stesso profumo. E’ stato così che è diventato l’amichetto di Andros, al servizio del Consiglio. E hanno fatto le vacanze insieme per tantissimi anni”.
“Basta!” Ringhiò il vampiro scuotendosi verso di lei. “Lo stai disegnando come un pazzo psicopatico. E questo forse è vero, ma Asher non potrebbe mai fare le stesse mostruosità che quel dannato bastardo ha fatto a me... Mai neanche se ne dipendesse la sua vita, perchè lui è BUONO”
“Forse no, non con te. Almeno non tutto.” Confermò lei seriamente. “Ma la sofferenza altrui scatena le sue pulsioni più primitive, come se far provare ad altri il dolore che lui stesso ha subito possa alleviare il suo e cancellare i suoi ricordi. Ha inventato un sacco di cose nuove e originali simpatiche per la mia collezione. Comunque, se ti può consolare, confermo ciò che ti dissi tempo fa: non è mai stato con nessun altro a parte te.” Poi uno scintillio attraversò i suoi occhi. “A parte te e il nostro amico Sparrow, naturalmente. Ma con te prima…” Aggiunse ridacchiando.
Naturalmente. Jean Claude rimase a fissare il vuoto, ripensando ai particolari posticini privati che il conte aveva condiviso con lui. Jack non era certo tipo da farsi impressionare, tutt‟altro, probabilmente gli avrebbe proposto lui le peggio cose: ma se avesse notato qualcosa del genere, glielo avrebbe riferito certamente. A meno che non fosse stato completamente rimbambito dalla droga. Merda.
“Asher non è mai stato un tipo facile. Infatti solo idioti masochisti come me e Julianna l’hanno davvero sopportato per più di una scopata per volta e poi ognuno a casa sua.” Disse dando voce ai suoi pensieri. “E‟ uno stronzo fottuto, manesco, una checca isterica che vuole sempre comandare e non prova neanche a controllarsi, ma è solo passionale e poi è così sexy quando fa l’uomo.”
“Lo ricordo molto bene.”
“A me non sembra, tu lo odi, gnegne.”
“Jean, svegliati, che sei rincoglionito? Non stiamo più parlando di una sculacciata se ne fai una delle tue e del sabato sera bondage, queste sono cose normalissime anzi sacrosante. Sto pensando a unghie strappate a morsi al posto della cannetta del dopo cena.”
Il vampiro le lanciò una coraggiosa linguaccia infastidita, accennando un gesto di stizza spostando le braccia, ma ne ricavò soltanto l‟ennesima sberla. Quel gioco lo aveva stancato e per quanto non potesse ribellarsi alla sua Master, un‟ira crescente gli serpeggiava decisamente in corpo. Così usò la sua tattica standard e cominciò a frignare come un pulcino, sbattendo gli occhioni. “Ahi, tu mi fai male stringendomi l’ale, anch’io son figlio di Dio”.
Confusa e smarrita la donna arrossì, ma non dischiuse le dita e la farfalla restò lì, e lei rispose con un tono crudelmente ironico. “In realtà, all‟inizio mi ero illusa che le cose si fossero sistemate tra di voi, dopo quanto è successo. Non passavate tanto tempo insieme da oltre cento anni. Avete lottato fianco e fianco, avete ucciso, e tra voi è successo qualcosa. E più che fare le vacanze insieme senza litigare troppo e farvi un giochino erotico sul brucomela non so che cosa voi vogliate da una relazione”.
“Si.” Sussurrò il vampiro, tutto contento di poterne finalmente spettegolare per bene con qualcuno che ne capisse “Qualcosa c‟è stato. Ma non è finita come speravo. Certo che io mi accontenterei di questo, ma 1- Lui no, lo sai quant’è difficile, mette subito i paletti, e non puoi fare questo e devi fare quest’altro. 2- Morgana71 ha fatto presente copione alla mano, o meglio sbattendoci il copione nel culo, che sarebbe illogica una risoluzione totale delle nostre issues ora. 3- Per salvare capra e cavoli non le è venuto in mente niente di meglio che obbligare Ashy a dire di aver paura di diventare un drogato del mio Ardy. Ma comunque quando siamo stati assieme era contento e basta, mi ha tirato i capelli ma mi ha anche regalato dei fiorellini per i peli pubici. Cioè, tranqui.”
Belle sospirò. Balzò di nuovo sopra di lui, ma stavolta il suo viso non prometteva né amicizia né comprensione. Era un‟espressione terrificante quella che lo sovrastava. Pericolosa e spietata: esattamente come quella che risplendeva nel volto di Asher mentre si accaniva su quelle belve con una ferocia che non gli aveva mai visto prima. Non c‟era pietà, né rimorso, e invece lui ancora si rammaricava per aver dovuto uccidere un licantropo e un vampiro, che tra l‟altro lo aveva anche seviziato centinaia di volte. Sì, si rendeva conto di essere un po’ stupido.
“Sìsì, quello che vuoi, ma mi sa che si era già sfogato coi mannari. La sua risata da iena ridens idrofoba mentre li sbranava tutto eccitato si è sentita fin qui. Voglio dire, guarda che la piattola qui sei solo tu, gli altri sono vampiri, e noi troviamo bello uccidere, quindi i problemi a farti uno psicopatico se non ce li hai tu non ce li ha nessuno, io non me lo scopo solo perchè è un cesso che mi ha cornificata. Hai capito adesso?”
Jean Claude la fissò in silenzio. Non sentiva più le braccia, ma in compenso aveva una serie di tagli al torace che bruciavano, proprio come la rabbia che gli ribolliva dentro, la faccia, e le lacrimucce che minacciavano di uscire.
“Oh ma che cazzo vuoi da me?” Ringhiò cercando di mantenere il controllo. “Va bene sono un fesso e mi piace prenderlo nel culo, abbiamo capito, grazie, ma cosa c‟entra tutta sta menata con lo spettacolo che hai messo in scena prima per lui? Volevi spammargli il cervello? Volevi escluderlo e farlo ingelosire?”
“Sì, cosa c’è di strano? Perchè, su Cosmopolitan hai letto un consiglio migliore?”
“Cristo santo” urlò il vampiro.
“Stronzo, guarda che non ti aiuto più”.
“Uhm… forse… no scusami l’avevo urlato solo dentro di me, non picchiarmi” sussurrò inutilmente.
“Non è difficile, pensaci. Vabbè, lo so che non pensi, però giuro che non è difficile” Bisbigliò con voce suadente. “Lui non ha paura dell’ardeur, lo sai anche tu. Però ha paura che tu diventi il più figo del mondo, come infatti puoi diventare se tiri fuori le palle, e glielo metta nel culo, cioè, che tu non sia più il suo dolce sottomesso vampirino. E se state qui entrambi, con un sacco di occasioni per vedervi e stare insieme già si inquieterà no? E se lo fai ingelosire un po’, incazzare un po’, metterà da parte il suo orgoglio e ti stuprerà di nuovo. Così vedrà che il nuovo desiderio dell’ardeur di fare i turni rappresenta solo il solito upgrade del kamasutra e non che tu non vuoi essere di sua proprietà”.
“Bè, ma anche no…”
“Cosa rompi ora? Basta lo rassicuri sulle dimensioni del suo pene, solite cose da uomini”.
“Davvero dici che funziona?”
“Certo, tesoruccio, e al massimo puoi sempre drogarlo, che ci godo a vederlo strisciare, e tanto è già così cotto di te”.
“Grazie al cazzo, se si accorge dello sgamo però mi ammazza”. Sospirò con aria rassegnata. Fu la prima cosa che gli venne in mente, e non lo avrebbe biasimato. Stupidi demoni. Stupidi drogati.
“Mavvvaaaaaa. Ti farà solo un po’ il culo ma poi tornerete sulle nuvolette rosa”.
“Ma se si droga resta scemo?” Improvvisamente, tutto il peso delle sue azioni gli cadde addosso impietoso: era stato lui a insistere, a cercarlo in tutti quegli anni, a istigarlo e infine usare ogni mezzo perché si riavvicinasse a lui. Forse perché in realtà era soltanto lui ad essere ossessionato da Asher. E su questo non ci pioveva.
“Peggio di così è difficile. Però dovete sempre scopare!”

Au revoir

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.