lunedì 21 novembre 2011

Visto che belli i bottoncini nuovi?

Avevo fatto un bellittimo post ma il compiuter l'ha mangiato, cercherò di rispiegarmi, ignorando questi problemi degli gnomi dell'ecletticità.
Dunque, ciò che vorrei enuclearvi è che il sito, come probabilmente aprendolo si nota, ha un nuovo trucco e parrucco. Non è stata un'opera del tutto volontaria, nel senso che sono rimasta una giornata in aspra battaglia con i bottoncini mannari ermafroditi sadomaso, e alla fine aggiornarci è stato l'unico vero modo per uscirne. Non credo vogliate davvero sapere quante volte riesco a inciampare nei miei piedi o a nonsalvare cose o a rifare tutto da capo o a far esplodere nella ionosfera compiuter d'artificio (Dramatization. Sì, davvero!). Oh, che ve lo dico a fare?
Vado quindi a elencarvi le nuove FUNXIONI che vorrebbero rendervi la vita più semplice:
  1. I bottoncini: alla fine di ogni post troviamo ora dei pulsantini per la condivisione su facebook, twitter, blog, google e invio email. E' una velata richiesta di farmi pubblicità? E' una troia? Beccata! Come direbbe Dogma.
  2. L'email ti blippa: sulla sinistra, sotto le etichette, c'è questa mistica casellina bianca in cui cliccare la propria email, che in questo modo saprà automaticamente quando metto un nuovo post e vi manderà un blip tutta da sola per avvertire.
  3. Ma tu ce l'hai un fiiiid?: per iscriversi con myyahoo, igoogle ecc. Onestamente? Non so che cosa faccia, da quello che ho capito è per diventare un gadget. Lol.
  4. Cerchi compagnia?: casellina per la ricerca. Dite che si capiva?
  5. Vi vedo!: copyscape mi dirà se qualcuno mi copia. In realtà mi va bene di essere copiata, basta che mettiate la mia firma.
Insomma, spero che tutto ciò possa essere karino e forse un po' trendy.
Mi resta solo da dire Ho concluso, Vostro Onore. Danny Crane.
Au revoir

domenica 20 novembre 2011

Capitolo 33 - Gay pride time!

Riassunto delle puntate precedenti: I nostri litigano, fanno la pace, tentano di far sesso senza riuscirci... ma mentre Jean-Claude fa la festa, no cioè, si nutre del suo lupo Dorino c'è una grossa novità. Asher si sveglia di cattivo umore. Scherzavo!!! Sulla novità ovviamente, Asher si sveglia davvero di cattivo umore e per tirarsi su il morale, e altre cose, decide di fare lui la festa a Dorino. Alla festa si divertono tutti tranne, naturalmente, Jean-Claude... Uhm, mi chiedevo... c'è qualcosa di nuovo ogni tanto? Ah, sì, le battute!

Colonna sonora: Let's stick together by Brian Ferry, We go together by Grease
“Miiiiiiii Jean Claude, quanto la fai lunga…”
“Ma gli hai quasi staccato la testa!”
“Quante palle, manco fosse morto”.
“ASHER!” Jean Claude lo incenerì con una sola occhiata. Era incazzato come un geco idrofobo.
Dal momento in cui Dorino aveva lasciato la stanza, un po’ barcollante e con le gambe larghe, ormai due giorni prima, Jean Claude aveva messo un muso monumentale, interrotto a tratti da liti impacciate e sbuffi teatrali da parte dell’altro, che sinceramente non ne poteva più di questi mortificanti discorsi da bambino dell’asilo cattolico e petulante. Che cos’era in fondo? Un morsetto. Piccolo. Un morsettino. Un orgasmino da niente. Come se Asher non fosse capace di ben altro che non mandare in orbita per un paio d’ore un notorio morto di figa con un pene troppo grande rispetto alla quantità di sangue del suo organismo bionaturale.
Il potere che aveva instillato nel suo morso si era manifestato così intensamente da costringere il licantropo a trattenersi con loro per ore, sebbene sapessero entrambi che, anche dopo, i suoi effetti non sarebbero del tutto cessati. Questa era l’ennesima volta da allora che Jean Claude cercava la rissa, e ad Asher, che stava sopportando perchè in questo capitolo è lui a comportarsi da adulto razionale, iniziavano a smerigliarsi le palle.
“Dimmi soltanto una cosa.” Sibilò Jean Claude con forzata benevolenza. “Ti diverti a stuprare tutti quelli che ti dimostrano un minimo di interesse, oppure ha ragione Belle e ormai sei soltanto un sadico fuori controllo?”
Asher lo guardò come una cavia da laboratorio, domandandosi sinceramente se ci fosse o ci facesse, e sprofondò seduto sul letto: non si illudeva che avrebbe smesso in fretta, ma gli stava venendo sempre più voglia di picchiarlo o almeno di farsi una canna.
“Bè, sì, e fino a ieri piaceva anche te. Sbaglio? Certo ha ragione Belle: l’ingratitudine e l’insolenza hanno ormai pervaso questi tempora e mores! Da come parli tu sembra che gli abbia ammazzato la mamma invece di fargli un favore” gli rispose.
Jean Claude si stagliava innanzi a lui fissandolo con un misto di rabbia e incredulità e cercando di fare figo e di non sembrare un minorenne isterico preso nel cambio della voce. “Come hai potuto?”
L‟altro sospirò seccato. “Non pensi che fosse ora che anche Dorino il verginello avesse la sua prima volta?” Protestò debolmente.
“Non lo so, Asher, dimmelo tu! Forse potevi anche chiederglielo, non ti sembra?” Lo guardò negli occhi: sperava che fosse pentito, ma qualcosa gli diceva di no.
“Oh, sicuro, se glielo chiedevo mi diceva di sì come niente. Ma se quel represso fa sembrare l’inquisizione moralmente e storicamente avanzata, cazzo! Adesso, non vorrei essere politicamente scorretto, eh, che poi poverino ti traumatizzi e Morgana71 mi tiene una lezione su perchè il comunismo in teoria funziona, però sì, ci sono culture superiori e inferiori. E una razza che vive sugli alberi con le scimmie e infila gli spinotti nel culo di rinoceronti mannari e bufali è inferiore a una che ha l’elettricità e le capre. A me piace il bidet dopo una bella scopata bisessuale fuori dal matrimonio, thankyouverymuch.”
Jean Claude si sedette sulla poltrona senza mai staccare lo sguardo dal suo sguardo gelido; e poi all‟improvviso, crollò con la testa tra le mani. Asher si sentì montare l’incazzatura e si alzò per dargli una sberla, ma poi vide quanto l’altro era triste e in paranoia, e gli tirò solo leggermente le orecchie, preso dal labbruzzo tremulo con occhioni lucidi della migliore espressione viscida Jc inc, prima di prenderlo cavallerescamente tra le braccia, rendendosi conto che una reazione così assurda era eccessiva persino per il suo emovampirino. Cioè, adesso, sul serio, di che cazzo stavamo a parlare? Di una meladisangue che gode nutrendo un vamp di Bellemorte? Sai che colpo di scena, che tristezza… mai successo da Caino in poi eh? E dire che qualche zuzzurellone pensava addirittura che fosse normale e richiesto. Stolti!
Ma Jean Claude uggiolava misero, e Asher diede fondo alle sue inesistenti risorse di pazienza per fargli un paio di coccole e palparlo con nonchalance. Così cominciò a sussurrargli dolci minacce, chiedendogli perchè era così geloso di un servo blu con le misure sballate e una chiavetta usb, assicurando che era stata solo una cena e non aveva motivo di compararsi a ciò che per lui aveva lo stesso valore di un piatto di polenta e fagioli, e che bisognava pur mangiare per poi fare sesso.
Jean Claude lo circondò con le braccia sprofondando il volto tra i suoi capelli. “Perché lui?” Mormorò. “Perché non un altro, uno qualsiasi...”
Asher levò gli occhi al cielo ma rispose sospirando: “Perchè è l’unico che Belle ci manda e se non mi nutrissi dovrei andare in torpore?”
Jean Claude lo guardò male. “Non fare lo gnorri, mica sempre ti scopi il suo corpo, la sua mente e la sua anima, oltre alle sue credenze e ai suoi desideri, e i suoi sentimenti ecc…”
“Vuoi saperlo veramente? Okkey. Perché lui è tuo, Jean Claude. E’ questo che volevi sentirti dire?” Percepì il cuore dell‟altro prendere a battere furiosamente, ma prima che potesse reagire scostò il viso e lo sollevò verso il suo. “Aveva il tuo sapore” ammise alla fine “il suo odore, il suo sangue... era come se fossi tu.”
“Umpf, è impossibile, non ti credo. Noi ci eravamo appena appena fatti un lavoretto di mano”.
“E non credi che possa bastare?” Rimarcò. “Tu ancora non ti rendi conto di quanto grande sia ormai il tuo potere, piccolo Jean. E‟ il tuo animale e hai fatto ben più che nutrirti, ammettilo almeno per una volta che non sono solo io Er cazzone mascherato.” Lo incitò quasi con rabbia. “Io so cosa ho sentito, so cosa ho provato. Non sono mica vergine. IO.” Incollò gli occhi sui suoi supplicando che gli credesse, che vedesse la verità nelle sue parole e suonando un violino per sottolineare il romanticismo della situazione. “Ma comunque mi piaci di più tu, te lo giuro. Me ne sono solo approfittato un po’ per mettermi in mezzo tra voi e levare la scopa dal culo a lui”.
Jean Claude continuava a fissare l’altro vampiro e si sentiva diventare più emo di attimo in attimo.
“Ecco, lo sapevo che era colpa mia. Oddio diventerò un mostro anch’io…” pianse.
“Colpa, adesso, esageriamo… diciamo opportunità” Cos‟altro poteva dirgli? Certo che era colpa sua, del suo dannato Ardeur e della carica sessuale delle anime afflitte che ormai impregnava quella stanza come vernice indelebile. Probabilmente anche il copione ormai iniziava a stufarsi dell’assenza di una bella lemon descrittiva un po’ dark.
“Asher.” Pronunciò il suo nome con severità e dolcezza, e Asher spese un altro willpower per non staccargli la testa. “Guardami in faccia e dimmi che non l‟hai fatto per strapparlo via da me. Dimmi che non è stata soltanto la tua folle gelosia.”
“Punto primo: io sono geloso di qualunque cosa si muova intorno a te. E anche se non si muove. E gradirei che la cosa fosse reciproca. Punto secondo: una volta eri figo, i triangoli ti piacevano. Punto terzo: sei tu che l’hai messo tra noi. Punto quarto: non ti lusinga che io voglia farmi il tuo nuovo a.d.c? Punto quinto: vabbè che abbiamo tempo, ma veramente te ne frega qualcosa di continuare questa conversazione? Cioè, è Dorino, mica Gesù. Punto sesto: E’ lui che ha un problema con il suo pene, gli ho solo fatto un favore” Ammise senza esitare. “Sai che paura se Dorino mi odia…”
“Noooo Ashy, io ti amoooo!!!” I loro occhi si girarono pigramente verso la porta, ed entrambi faticarono a trattenere l’irritazione per l’ennesimo cliffanger appena prima di un’appassionata riconciliazione.
“Lupino! Cazzo ci fai qua?”
“Io sto bene eh, le convulsioni da orgasmo sono passate e non ho riportato danni neurologici eccessivi, grazie, e voi?” In effetti l’entrata nello stato adulto donava a Dorino, e abbiamo ora altre dieci righe di descrizione di un figo standard negro blu con labbra da pompinaro, capellone, nasone e pisellone.
Schioccò (o forse scoccò, chi può dirlo?) un‟occhiata al vampiro rimasto immobile alle spalle di Jean Claude. “E tu, non mi chiedi niente? Ciao biondo!” Lo esortò insolitamente sexy e affamato.
Asher si sentì gelare il sangue, e si allargò il colletto della camicia. “Ehm, stasera mi sono già nutrito, scusa”.
Dorino mise il broncio, mentre arretrava fin oltre la porta, voltandosi alla sua destra; poi fece un cenno e si levò finalmente da in mezzo ai piedi, mentre tre dei suoi lupi facevano capolino trascinando altrettanti scatoloni impolverati da trasloco di famigliola numerosa non abbastanza ricca da comprare una ditta di trasporti.
E in men che non si dica, l‟intera libreria venne riempita da giornali porno, fan fiction sadomaso e giochi erotici di vario genere, dai vibratori alle palline anali.
Fu questione di pochi minuti, e i tre rimasero nuovamente da soli; mentre Asher e Jean Claude controllavano uno per uno i titoli delle opere, Dorino aspettava con la lingua di fuori, prendendoli in giro di tanto in tanto su quanto fossero pervertiti come bambini e cercando di attirare la loro attenzione.
“Sei stato tu?” Chiese a un tratto Asher rivolgendosi a lui.
“Veramente sei stato tu. Belle ha deciso di dare una svolta alla vostra permanenza.” Spiegò. “Consideratelo come un gesto di approvazione da parte sua: perché pare che, qualunque cosa voi due mostri mi abbiate fatto l‟altra notte, sia riuscito a risvegliare in lei un certo interesse, una frenesia che non le vedevo da tempo, oltre che in me… avete capito, no?”
Il sorriso del licantropo si allargò di fronte ai volti sempre più compiaciuti dei due vampiri. “Mi aspettava al varco. Quando ho lasciato questa stanza, mi ha chiamato e, nonostante non fossi in condizioni proprio... dignitose, sono andato da lei: e lei ha capito.” Si adagiò sui gomiti con un‟aria insolente che non gli apparteneva fino a poco prima, e lanciò un‟occhiata ad Asher. “Avete circuito il suo animale più represso” proseguì sorridendo “cosa che lei non aveva mai osato fare... perché non poteva.”
“E perchè non poteva?”
“Perchè sono un alfa fortissimo?”
“Coff.. coff”
“Perchè ero talmente vergine che aveva paura di prendere brutte malattie da selvaggio?”
“Sì?”
“Okey, perchè ero così frocio che non riuscivo a farmelo drizzare?”
“Santo cielo, Dorino... Fermati, mi dai il voltastomaco” Jean Claude deglutì “e poi che è successo?”
“Niente.” Rispose placidamente. “A parte che questo è il primo giorno in cui posso andare in giro senza rischiare un orgasmo fulminante. Penso di averla decisamente spompata, sono fico eh? Certo, ho imparato dai migliori *ammicco ammicco* E non avete idea del balzo che ha fatto l’audience! Tutta la corte non fa più nulla se non fissare le vostre avventure sbavando”.
Quella ammissione diede i sensi di colpa a Jean Claude, e fece spuntare ad Asher un sorriso così compiaciuto da tagliargli la faccia a metà, oltre a gonfiargli il petto come un upupa.
“Dorino, sei sicuro che va tutto bene?” chiese Jean Claude con una vocina pigolante e pronto alla fuga.
“Non ci sono colpe e non avete fatto niente che anch‟io non volessi, lo sappiamo tutti. L‟atmosfera era già incandescente prima ancora che tu ti svegliassi, Asher, il seguito era soltanto inevitabile. E se devo essere sincero non mi dispiace di essermi liberato di questa ingombrante verginità nè di aver scoperto il mio corpo”.
Parentesi: immaginatevi questa discussione lagnosa da telenovela di ultima categoria su TeleLombardia punteggiata da tre figoni che si accarezzano i… uhm… capelli a vicenda con… gentilezza! Ecco, sì, si accarezzano con gentilezza.
“Eccoooo!!! E’ colpa miaaaa!” Ululò Jean Claude disperato.
“No, Jean Claude, master, padrone, amore mio, è solo colpa mia, prendimi, godimi senza remore, da solo o con altri, sono la tua preda!” esclamò il lupo. “Non dovete avere scrupoli, ora ho visto la luce. Ho anche trovato un trattato di antropologia culturale e sociologia delle popolazioni preistoriche che spiega con dovizia di particolari certe cerimonie in onore della Madre Terra che… anzi, a proposito, volevo chiedervi cosa ne pensate della posizione del mammuth della conoscenza dell’ammmore dei Pigmei occidentali”.
“Eh… bella quella” sospirò Asher.
“Quindi sei sicuro che non sia stato il lavaggio del cervello?” ripetè jean Claude.
“Sì, sicuro”.
“Sicuro sicuro?”
“Sì”.
“Sicuro sicuro sicuro?”
“Sì… SICURO, adesso smettila. E solo adesso capisco cosa vuole Belle da voi e perché vi ha rinchiusi qui, insieme. Voi due insieme siete pericolosi” gli fece l’occhiolino.
“Non lasciarmi per paura di qualcosa di diverso”.
“Non lasciarlo, stare insieme non è tempo perso”
“Non lasciarmi anche se sono una troia e ti ho detto una bugia”
“Non lascialo, scopiamo un po’, suvviiia”.
“Sìììì, cazzo, ho capito, mi piace, mi piace che mi piaccia, è tutto troppo giusto, viva la figaaa! Che ne dite di un abbraccio di gruppo?”
“Ma… mi ami? Ma quanto mi ami? E mi pensi? Ma quanto mi pensi? E mi vuoi? Ma…”
SDOOONG. Jean Claude si accasciò sul letto contando le stelle e gli uccellini, e Dorino riappoggiò il pesante vaso di stagno sbalzato.
“Oohhh, scusa Asher, io lo amo ma mi stava facendo venire la pecòla”.
“Che cosa?”
“La pel dal cù c’la sa scòla” (La pelle del culo che si scolla, ndt).
“Ah, sì, ti capisco. E quindi ora siamo soli… scopiamo?”
“Volentieri. Però volevo anche chiederti qualche consiglio sui corsi da seguire con Belle, chi più di te mi può dare le indicazioni su misura? Secondo te è meglio Atletica delle posizioni, Cortigianeria, Storia della seduzione, Demonologia spiritica o…”
I due si godettero una piacevolissima e accaldata discussione sulle nuove possibilità di carriera del licantropo, accordandosi su una lista di esperimenti da fare con il sesso e il potere in modo da inserirsi meglio nei famigerati festini ora che ne aveva compreso più profondamente la funzione sia personale sia globale, evitando magari i decomposti e i gigapervertitoni hardcore, che in effetti avrebbero potuto diminuire la bellezza dell’esperienza.
Dopo un po’ Jean Claude si svegliò di soprassalto. “Dorino...”
“Fammi finire, stiamo parlando di sesso.”
Una improvvisa scarica elettrica si propagò nell‟aria intorno a loro, mentre Asher e Jean Claude si scambiavano l‟ennesima occhiata allarmata. Quando entrambi gli si avvicinarono, Dorino sentì il sangue accelerare improvvisamente, ma non si mosse.
“Quando saremo liberi, nessuno oserà neanche guardarti, se non lo vorrai. Una bella scazzottata ogni tanto con uno dei tanti nostri amici stronzi mette sempre appetito…” Gli bisbigliò Asher sfiorando la sua gola con un bacio lievissimo.
Jean Claude invece sembrava avesse perso la lingua. “Tu sei il mio Master, Jean Claude, nessun altro. Forse un po’ anche Asher, sai, per la comunione dei beni.” Lo rassicurò con dolcezza. “Sono un lupo Alfa e non ho mai risposto a nessuno, né a Belle, né al Consiglio, e nemmeno al Master della città da cui provengo. So’ fico, so’ bello, so’ fotomodello, ero vergine ed etero e tu mi hai vinto alla pesca di beneficienza del canile.”
“Ceeeerto, Dorino, chissà cosa ci fai allora a casa di Belle nella capitale del Consiglio a fare da meladisangue e vibratore per la regina del pompino?” chiese Asher.
Jean Claude lo interruppe in fretta “Se stai cercando di farmi stare meglio, non funziona. Mi sento come se ti avessi depredato: ti ho tolto la libertà, ti ho trascinato col mio potere in qualcosa che non avresti mai voluto se...”
“Ashy, ma fa sempre così? Miiiiiii, ma veramente anch’io ero così fino a ieri? Non so, sarò drogato e su di giri ma mi sembra che questo capitolo sia più angosciante e ripetitivo del solito. Spero di non tornare lagnoso in futuro”.
“Io sono il tuo master, guarda me. Quindi mi giuri sull’albero sacro delle pisciatine che non ti dispiace e non hai paura di diventare una puttana o di dare il tuo sangue ai vampiri dalla moralità grigiastra e che non sei sotto la maledizione Imperius. Dica Lo giuro”.
“Sì, capo, lo giuro. Ora scopiamo?”
Dorino bloccò quel monologo deprimente che si agitava nel petto o nel torace del suo canarino con un bacio che lo colse di sorpresa. Lo travolse con una passione impulsiva e inaspettata, incurante dei canini che gli tagliavano la lingua, del sangue suo e di Jean Claude che impregnava le loro fauci animalesche e del desiderio che già agitava il suo corpo.
Sobbalzando come colpito da un piccolo taser invisibile alla fine si distaccò con uno sforzo immenso, e arretrò fulmineo fino alla porta.
“Cazzo cazzissimo, devo andare, Belle mi aspetta, sapete com’è… E poi ha detto che vuole tenermi come spada di Damocle per farvi rimettere assieme più in fretta.” Girò appena la testa verso Asher rivolgendogli un sorriso e un inchino, poi guardò Jean Claude. “Sbrigati a riprendertelo, che dobbiamo fare roba.” Disse prima di svanire oltre la porta.
Il vampiro sembrava un gargoyle. Aveva tutte le intenzioni di cedere alla crisi emo da bambino a cui è morto il cane, voleva tagliarsi e leggere una poesia di Requiem, non gli importava di rendersi ridicolo in eurovisione. Ma inaspettatamente, percepì un calore inconsueto, due braccia che lo cingevano da dietro, e sentì Asher che affondava il viso tra i suoi capelli per poi congiungere la guancia con la sua e piazzargli una mano sul culo. “Non può essere... non può succedere di nuovo.”
Chissà di cosa diavolo stava parlando. Ma doverosamente Asher rispose: “Non accadrà Jean Claude. Faremo in modo che non accada, anche stavolta.”
Si volse appena solo per sfiorare la sua pelle con le labbra, ma Jean Claude si voltò e gli prese la testa tra le mani attirandolo sulla sua bocca. Asher ricambiò senza esitare; lo strinse tra le braccia spingendolo contro di sé, lo sollevò e lo condusse fino al letto in modo iperfrocio. Le loro labbra rimasero incollate, le loro mani non smisero un istante di infilarsi, ma non fu nient‟altro che un lungo e intenso scambio di emozioni, di calore e conforto. Un semplice abbraccio che racchiudeva tutta l‟intimità, i ricordi e la complicità che, dopo più di trecento anni (perchè a noi piacciono le cifre a caso), ancora li teneva insieme, in un modo o nell‟altro (più o meno, ogni tanto, quando non cercavano di ammazzarsi, o si facevano altre centinaia di tipi ecc).
Ndr: sì, nell’originale questa è la traduzione di “Ti schiaffo la lingua nell’esofago palpandoti come un adolescente in ormonella”. Non chiedetevi perchè, potreste scoprire che siamo in una songfic het introspettiva post-war AU.
No, Morgana71 non è ricoverata alla neurodeliri e non è mormone, però le piace Tuailait.
E questo vi ricordi che a pensare male si fa peccato, porcelloni! Ci voleva proprio un capitolo Romantico…

Au revoir

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

domenica 13 novembre 2011

Capitolo 32 - Che ne dici se ti presento i miei?


Riassunto delle puntate precedenti: E chi cazzo si ricorda qualchecosa? Siccome non ho voglia di andare a guardare credo di non allontanarmi troppo dalla verità dicendo che i nostri due vampiri avranno cercato di ingropparsi, non ci saranno riusciti, si saranno strusciati, avranno litigato, si saranno insultati, si saranno resi ridicoli e chi più ne ha più ne metta... Questa volta nel Tugurio mi pare. Se sbaglio pago pegno.



Colonna sonora: Original Prankster by Offspring
Jean Claude si destò con un tremito. C’era una strana puzza… forse stava venendo a piovere e la fossa biologica si agitava? O meglio, no, sembrava quasi cane bagnato, e poi che strano, non gli sembrava avessero già inventato il cinema in 4D ma quella era senza dubbio bava di lumacone verde alieno con il cazzo grosso. Macchebèl risveglio. Sospirò ancora ad occhi chiusi e la scia di bava gli arrivò direttamente al cu…ore.
“Pompiiinooo” mugolò come prima cosa schiudendo lentamente le brillanti ciglia tra le iridi un po’ cispose data l’ora (visto che descrizione poetica del figovamp-mejo-de-Tuailait?) e afferrando con la mano dalle lunghe dita e dal palmo simpatico la copertina di capelli che gli faceva pizzicare la pelle peggio della maglietta della salute di lana della zia Musette.
“Buono Dorino, buono. Certo che potevi anche arrivare prima.”
“Ma io ti amo”.
“Lo so. Aspettiamo Asher?”
“Cooosa?”
“Nono, scherzavo, bravo cane, vieni da paparino”.
Dlin dlon. Interruzione di castità richiesta dal Moige per coprire le lemon. Comunque possiamo estrapolare dall’originale termini ambigui come “perforare”, “deglutire con calma”, “farsi un inebriante caffè” e altri dettagli palesemente attinenti al prepararsi la colazione ideale per il vampiro in vacanza.
Certo però farsi un cicchetto di prima mattina è proprio una cosa da sbronzoni, e l’unione di quella mezza checca di Jc più l’alzabandiera dell’ardeur più er lupone ingrifato possono procurare scene da bordello thailandese come niente: quindi non copriremo solo una succhiatina standard, ma un sacco di strusciamenti e ohh e aahh e squeek e frasi oscene in romanesco e naturalmente denti e artigli e prese usb blu come un neon e robe da vampiri che solo la Ham può capire. Insomma, se volete leggere l’ennesima descrizione porno gay uguale alle precedenti non ve lo impediremo, però sembra piuttosto chiara la meccanica dell’atto. Ad ogni modo prima si toccano, poi si nutrono con l’elettricità vampirica ardeurica animala-da-chiamare e intanto si mettono a limonare duro e godono come polli pazzi. Abbiamo anche una chiacchieratina pallosa su dove sia il caso di fermarsi, manco fossero lesbiche minorenni, che vi riporto testualmente: “Perdonami...” “Ti prego.” “Perché dovrei?” “E‟ stato incredibile.” “Mi dispiace, davvero.” “Io so cosa sei, Jean Claude.” “Sapevo che sarebbe successo prima o poi, solo non mi aspettavo così presto. E soprattutto, non mi aspettavo che ti fermassi.” “Pare la mia influenza cominci a farsi sentire, mio splendido lupo.” “Ma non intendo plagiare la tua anima, né ignorare le tue inclinazioni.” “Fallo, Jean Claude. Fammi sentire cosa significa.” “Va bene, però se c’è qualcosa con cui non sei a tuo agio dimmelo subito e mi fermerò”. “Me lo dai o no, me lo dai sì o no?” “Alla faccia del lupo alfa blu col cazzo di tre metri, mo’ te sdereno, abbbellooò”. “Oh sì ci conosciamo da una settimana ma ci ameremo per sempre”. “Che te vengono l’occhi a pois?”
Alla fine, sbracciandosi come scimmie idrofobe nell’impeto dell’amore, riuscirono a dare un calciazzo ad Asher, facendolo cadere dal letto e svegliando felicemente anche lui.
“Ma porca puttana vacca teschietto asterisco chiocciola. Perchè cazzo mi avete svegliato così presto? Stavate scopando senza di me, oh stronzi?” grugnì Asher.
“Ehm, cazzo ti sei svegliato? Noooo, facevo colazione, e sai, da cosa nasce cosa… ecc… ehm… Sì stavamo scopando, geloso?”
“No. Però potrei farti la battutona sull’ardeur che risveglia i morti. Ah. Ah. Ah. E comunque sei una troia, anche rinchiuso in una stanza da solo riesci a farti pure i mobili.”
Jean Claude gli scoccò un’occhiata che voleva essere gelida, pur continuando ad accarezzare la testa e la schiena del licantropo che giaceva immobile, con la testa sprofondata sul suo ehm… petto e il corpo ancora scosso dai tremiti.
“Non fare il timido Dorino, non è colpa tua.” Lo incalzò Asher con finta indulgenza. “Chi può resistere alla famosa Mano tra le gambe brevettata JC srl? Certo non un segaiolo rottoinculo come te: sai come si dice? Le figlie di Maria, le prime a darla via. Ho letto che vale anche per Manitù.”
E fu in quel momento che Dorino si mosse: si alzò lentamente sulle braccia, con la testa china e il volto coperto dai capelli come il cugino It, si spostò dal corpo di Jean Claude e si mise in piedi sul letto per sembrare imponente anche nudo e coperto di prese usb.
“Cazzo dici? Cioè tu pensi che stavamo scopando? Cioè come facendo sesso? Ahahahah. No, ti sbagli, era solo una colazione con animale da chiamare. Ti rispetto abbastanza da non insultarti con una menzogna, nonostante tutto. Nonostante cosa, ti chiedi? Nonostante ti ostini a comportarti come un perfetto idiota. Pervertito, lavati il cervello con il sapone!”
Asher replicò snudando i canini con un mezzo sorriso, e poi scoppiò in una risata genuinamente perfida: “Ahhhh, scusa, dimenticavo che a Jean Claude piacciono tanto i lupi eterosessuali ritardati. Aspetta che ti faccio un disegnino con le api e i fiori”.
“Gulp. Vieni, Dorino, vieni, andiamo in bagno eh? Gradirei non essere disturbato... se non è chiedere troppo, thankyouverymuch” Tuonò Jean Claude senza neppure guardarlo in faccia.
“Ma io ho fffaaaameeee!” Li schernì con voce pietosa.
I due erano già diretti verso il bagno quando il lupo gli lanciò un‟occhiata poco amichevole. “Attaccati e tira, frocio di merda”.
Jean Claude sbiancò e corse in bagno pronto a barricare la porta, mentre Asher si mise comodo, preparandosi a ululare “Ffffaaaameeee” per lunghe ore con la sua voce più fastidiosa.
Nell’altra stanza Dorino si schiarì la gola e si allentò il colletto, mentre Jean Claude spostava armadi davanti alla porta. “Ehm, forse non era la cosa più furba da dire?”
“No tranqui, ad Asher piace quando lottano, e comunque fa venire voglia di sgozzarlo anche a me” sussurrò.
“Ti ho sentito, eh?” Si sentì dall‟altra stanza.
Il vampiro deglutì e sollevò gli occhi al cielo esasperato. E la tensione svanì di colpo. Il resto della notte vide Dorino e Jean Claude immersi nella vasca e in una lunga e intensa conversazione, incentrata più che altro sull’aggiornamento di cosa fosse successo fuori dalla Casa, e di come sia i pezzi scelti in TV sia lo streaming avessero un’audience sbalorditiva. Al contrario di ciò che gli avevano fatto credere, il teatro continuava a funzionare a pieno regime, anche se gli attori erano stati sbattuti in mezzo a una strada a elemosinare o venivano torturati regolarmente da Musette, tranne Andrea aka Cespuglio, che era stato crocifisso a testa in giù per le palle come monito. Cinzia invece stava bene ed era ben salda nella sua posizione di prima ballerina, e il rabbocco del cast era sufficientemente figo, per cui Jean Claude si consolò in fretta.
Per finire Dorino gli raccontò che Belle era di umore migliore, anche perchè il Viaggiatore era molto felice di poterli spiare regolarmente.
“Interessante.” I due si voltarono, scoprendo Asher addossato allo stipite, con le braccia conserte e l‟aria da figo.
“In questo posto la privacy fa schifo.” Si lamentò Jean Claude.
“A quanto pare...” Confermò sarcastico l‟altro. “E solitamente sto Viaggiatore ci scopa da morti?”
Jean Claude gettò la testa all‟indietro sbuffando. “Bè, probabile, no?”
Ma il vampiro era sparito, per ricomparire subito dopo con un libro tra le mani e un‟aria interrogativa che rivolse direttamente al licantropo. “Di chi è questo?”
“E’ per te. E’ un trattato sulla sessualità della mia gente”. Spiegò. “Ci sono anche dei disegnini pornografici etero volti alla riproduzione, e degli schemi elettronici di chiavette usb e su come sniffare fiori aiuti il coito ininterruptus”.
“Bè, grazie Dorino, prima o poi ci dobbiamo guardare assieme, vado subito a farmi una sega”.
Dorino rilasciò il respiro che aveva trattenuto. “Magari non mi ammazza per prima. Non che potrebbe farlo eh? Ma è sempre meglio essere prudenti.”
“Sciallo, Dorino, Asher abbaia e morde, ma non è cattivo, è che lo disegnano così”.
“No, ascolta Jean Claude, sono imbarazzatissimo. Oggi con quella roba metafisica mi hai fatto veramente uscire di testa, non diciamolo ad alta voce ma è stato meglio che con Belle. Non per spaventarti eh, ma quando mi hai toccato il culo stavo per tagliarti la mano per poi mettermela… ma ad ogni modo, non ho seguito il codice degli Alfa duri e puri. Abbracciami”.
Jean Claude si limitò a sfiorare la sua vena con le labbra. “E‟ soltanto colpa mia” gli bisbigliò. “Sono qui dentro da troppo tempo e il mio autocontrollo comincia a vacillare.”
“Non potrei essere più d‟accordo.” Asher era entrato di nuovo. Si avvicinò al bordo della vasca e si inginocchiò sul pavimento accanto a loro. Lui e Jean Claude si scambiarono finalmente un‟occhiata di vera sintonia *ammicco ammicco*, e poi la sua attenzione fu tutta per il licantropo: gli accarezzò i capelli che ricadevano lunghissimi a coprirlo quasi per intero, e continuò finché lui non sollevò il viso e lo guardò in faccia.
“Va bene, avete vinto, ogni tanto sono un po’ stronzo. Per scusarmi ora ti morderò col mio potere orgasmico”.
Dorino si sciolse dall‟abbraccio di Jean Claude sollevandosi in ginocchio di fronte all‟altro. Era obiettivamente un po’ vergognosetto di essere nudo in mezzo a uomini nudi, ma era ancora parecchio su di giri, e il suo master stava ancora pompando ferormoni e sbattendo le ciglia, mentre quel bel pezzo di carne noto alle cronache come Asher era così virile con le sue cicatrici da guerriero e lo guardava con quegli occhioni spiritati che sembravano girare su se stessi, così ipnotici… zzzz…
Dorino gli si buttò addosso urlando “Sì ti prego sei il mio dio piiicchiami fammi tuo ”.
Asher fece spallucce, non aveva voglia di processare gli strani collegamenti cerebrali del lupo, lo afferrò per i capelli e lo morse con trasporto.
Jean Claude restò a godersi la scena adagiato nell‟acqua, con i pelazzi della versione ardeur che si allungavano e si cerettavano da soli, indeciso se partecipare o guardare. Alla fine Asher lo guardò di traverso, gli sillabò mentalmente “Pappappero, beccati questa!” e staccò mezza testa a Dorino, affogandosi avidamente nel fiume di sangue che gli usciva dalla ferita, mentre il lupo urlava lussuriose oscenità tutto felice.
L‟espressione di Jean Claude tramutò improvvisamente. Si alzò di scatto, agguantando Asher per un braccio, pronunciò il suo nome scuotendolo, lo urlò, lo implorò di fermarsi; ma lui continuò a bere, mentre il lupo gli si ancorava addosso in preda agli spasmi. Quando Jean Claude infine gli afferrò la testa e gli diede un grosso pugno il vampiro si staccò di botto e lo fissò stordito un paio di secondi prima di rispondere “Ahi. Cazzo vuoi?”
Ma ormai era troppo tardi. Dorino si accasciò sotto lo sguardo sconvolto dei due vampiri che lo sorreggevano, mentre il suo corpo continuava a sussultare in balia di un violento orgasmo senza fine (nell’originale, ndr).
“Un applauso, Asher...”
Clap.

Au revoir

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.



Capitolo 31 - Il mio tesssoooro... polpossso sììììì!


Riassunto delle puntate precedenti: Jean-Claude e Asher hanno patteggiato una tregua, quantomai fragile dato che non prevede sesso e sangue, e dei turni equi per la stanza da bagno. Ma la loro punizione continua, lo spettro del Viaggiatore incombe e i due vampiri... bè, sono quello che sono.

Colonna sonora: Rock'n roll all night by Kiss
L’isolamento dei due vampiri continuava, ma nonostante qualche concessione all’intrattenimento accordata dall’augusta genitrice (uno stereo, un abbonamento a Max, un balsamo per Jean-Claude, una frusta per Asher…) gli effetti collaterali della tregua forzata cominciavano a farsi sentire. I litigi erano ai minimi storici, giusto un po’ di bagarre per la stanza da bagno, il bon ton regnava sovrano e tutto sembrava filare liscio; in realtà, quella gentilezza falsa e quella cortesia arrendevole stavano mietendo più vittime che un sano confronto a cielo aperto o tentativo di sbudellamento che dir si voglia.
Jean-Claude era scivolato in un’apatica rassegnazione, in una noncurante atarassia che il suo compagno trovava assai irritante, assuefatto oramai ai continui tentativi di seduzione e alle lagne supplichevoli dell’amico.
Asher d’altro canto aveva reagito a suo modo alla completa mancanza di dialogo rivolgendosi alla persona che amava e odiava di più in assoluto: sé stesso. Lo sdoppiamento di personalità si verificava perlopiù quando Jean-Claude era impegnato nel suo bagno quotidiano e prevedeva, mancando ovviamente di qualsiasi forma di originalità, il colloquio tra il bene e il male, tra l’angelo e il diavolo tra la metà bella-bella-bella in modo assurdo e quella sfregiata, tra Mon chardonnoret e Asher. Nota dell’autore: il dominio dell’una o dell’altra parte sono evidenziati da ciuffo in faccia e sguardo gelido per Asher e ciuffo in faccia e sguardo tormentato per Mon chardonnoret…in pratica, sfido chiunque a riconoscere uno sguardo con un ciuffo in faccia, non si distinguono.
Tutto ciò andava avanti da giorni alle spalle di Jean-Claude; a dire il vero il vampiro si era accorto dell’incessante mormorio che proveniva dalla camera da letto ma, in primis, era talmente assuefatto alle cagate emo del suo uomo da trovarle assolutamente irrilevanti; in secundis, quel mormorio era molto rilassante e in genere dopo un minuto iniziava a russare come un mantice.
E così, tra le due e le tre di quell’ennesima notte di clausura, oramai avevano perso entrambi il conto, i nostri passavano il tempo a modo loro: Jean-Claude immerso fino al collo nella vasca ed Asher sdraiato sulla sua parte di letto in preda alla schizofrenia. Giusto perché sono pietosa, oltre a dirvi che aveva il ciuffo in faccia aggiungerò che il suo sguardo poteva affondare il Titanic. “L’ardeur è il nostro padrone!” Bisbigliava tra le zanne. “L’ardeur ci ha tradito, Belle ci ha tradito! Malvagi, imbroglioni, falsssi!!! Dobbiamo liberarcene. Ucciderli, ucciderli, ucciderli e poi ci riprenderemo il tesssssoro e NOI saremo i padroni. Sssssì”
“Ma l’ardeur e il tessoro sono la stessa cosa!” Replicò l’alter ego mangiucchiandosi le unghie. “Non possiamo! Non chiederlo a Mon chardonnoret. Povero, povero Mon chardonnoret.”
“ Zitto idiota! Non ti accorgi che lui è il nostro padrone? Noi siamo schiavi, sssstupriamolo! Mordiamolo, facciamolo strisciare…ssssì.”
Lo sguardo si fece ancora più tormentato del normale e un po’ di bava colò da un angolo della bocca. “Sì, sì, sììììììììì!” La parola stupriamolo faceva sempre il suo porco effetto.
“Liberati di lui!” Continuò la voce cattiva consapevole che il ferro andava battuto caldo e il cazzo pure.
“No, no, no!”
“Cosa?”
Il vampiro si abbracciò, come colto da un inspiegabile attacco di gelo. “Jean-Claude è il nostro padrone, non l’ardeur. Il padrone ci vuole bene, il padrone si prende cura di noi, il padrone è il nostro tesssoro! Vai via e non tornare più.”
“Cosa hai detto?”
“E’ colpa nostra! E’ tutta colpa nostra! Noi non ci fidiamo di lui, noi non gli vogliamo davvero bene! Noi pensiamo sempre male del nostro tesssoro. Oh sssì…noi roviniamo sempre tutto. Vattene via e non tornare mai più!”
Il freddo calò sulla stanza come un avvoltoio su una carogna e la parte razionale di Asher (sì, c’è anche quella ma è talmente insignificante da non ricoprire un ruolo da protagonista) si mise comoda con un sacchetto di patatine a godersi lo spettacolo. “Vattene a me? A me? Ti odio ti odio ti odio mon chardonnoret! Dio come ti odio te il tuo sguardo tormentato e il tuo ridicolo senso di colpa! Dov’era Jean-Claude quando avevi bisogno di lui? Dov’era quando ti torturavano? Dov’era quando Juli moriva? Dov’era quando Belle ci scacciava?”
“Ma era nella bara!”
“E dov’era quando tutti ci prendevano per il culo?”
“Lui era impegnato a prenderlo!”
“Io, il mostro, io ti ho salvato, se siamo sopravvissuti lo devi a me! A me! A ME!”
E la trasformazione fu completa: lo sguardo più tagliente di un ghiacciolo lemonissimo, il ciuffo più emo di quello di Jared Letho, Asher si alzò e raggiunse Jean-Claude nella stanza da bagno. Si fermò sulla porta, fregandosi ossessivamente le mani e tirandosi il ciuffo. “I ladri. I ladri. Quegli sporchi piccoli consiglieri depravati. Dov'è? Dov'è? Ce l'hanno tolto, rubato. Il mio tesssoro. Maledetti! Noi li odiamo! È nostro e lo vogliamo.” Il vampiro si leccò compulsivamente le labbra e si preparò a prendersi ciò che era suo. “Che bella vasca, per fare un bagno, polposo ssììì! E se mi riesce, mi prendo il mio tesssoro, polposo ssììì!”
Jean-Claude era immerso nella vasca, circondata da candele profumate alla cannabis, e ascoltava ad occhi chiusi je t’aime moi non plus. Alzò prima una gamba, insaponandola lentamente, accarezzando ogni muscolo, ogni curva, poi l’altra. Si alzò, dando le spalle ad Asher, e scrollò in un movimento fluido i lunghi capelli corvini, agitando le natiche perfette e lanciando spruzzi d’acqua che magicamente evitarono tutte le candele nella stanza. Poi si girò, si leccò le labbra, si sfiorò i capezzoli con le lunghe e pallide dita, si tirò indietro i capelli lisciandoli e aprì i profondi occhi blu, le ciglia di pizzo nero imperlate di goccioline brillanti. “Oh! Asher ci sei anche tu! Proprio non mi ero accorto della tua presenza.” Il vampiro restò in piedi in posa plastica, avvolto nei vapori stupefacenti di nome e di fatto, completamente nudo e completamente consapevole della sua nudità. Asher ansimava così pesantemente che la condensa annebbiava persino le mura. Lo share nella corte di Belle raggiunse il picco record del 72% e Belle stessa fu spammata di insulti e proteste perché le videocamere erano tutte appannate e non si vedeva un’emerita minchia.
Jean-Claude sporse in avanti le labbra e si avvolse un lungo boccolo intorno al dito medio, continuando lo show. “Hai una macchia sul davanti della vestaglia. Problemi?”
Asher tossì a più riprese prima di gracchiare. “Mi hai schizzato.”
“Non lo credo possible.” Replicò l’altro in una perfetta imitazione di Betty Boop con le zanne. “Non mi sono nutrito.”
“Si può sapere che stai facendo?”
L’espressione di Jean-Claude era quella dell’innocenza tradita. “Moi? Assolutamente nulla!”
“No, tu mi stai facendo qualcosa.” Insistè l’altro.
“Tu dici?” Il corpo di Jean-Claude si rimpolpò di extramuscolo e il pelo crebbe modello zerbino. “Anvedi mo’ se te fo quarche cosa pischello! Vieni da GianClaudiuccio tuo che c’è posto a sfare in ‘sta tinozza. Vieni a papà! “
Gli occhi di Asher si dilatarono come sotto l’effetto di massicce dosi di anfetamine e il vampiro fece un timido passo avanti, completamente in balia dell’incantesimo tentatore dell’amico, mentre Jean-Claude lo incitava agitandosi in una sensuale lap dance col tubo della doccia.
Tutta la corte di Belle seguiva i movimenti dei due con il fiato sospeso lanciandosi in scommesse e hole di vario tipo, chi inneggiando ai bunga-bunga chi suonando vuvuzelas… Asher lasciò cadere la vestaglia, si liberò delle ciabatte di spugna, si appoggiò con la mano al bordo della vasca per tenersi in equilibrio, alzò la gamba e…
“Non mi piace vincere facile.” Cinguettò uno Jean-Claude, nuovamente glabro, uscendo dalla vasca e inturbantandosi i capelli. “Non ho neanche ballato la macarena!”
L’ohhhhhhhhhh deluso di tutti gli spettatori si sentì in tutta residenza.
Asher stesso era rimasto a bocca aperta, talmente sorpreso da non riuscire neanche a reagire come suo solito, con qualche calcio ben assestato o uno sganassone amichevole. Jean-Claude gli passò accanto, richiudendogli la mascella con uno scatto e arrivato alla porta gli lanciò uno sguardo in tralice e un sorrisetto beffardo, poi sparì.
Asher era ancora fermo, immobile come una statua, immobile come solo gli antichi sanno essere, i fantomatici antichi, fantastici giocatori di uno, due stella. Non riusciva a capacitarsi di quanto era appena successo, quello stronzetto l’aveva gabbato! Era entrato in quella stanza coi peggiori propositi, certo, ma da dominatore! Ora invece ne sarebbe uscito come il più succube dei succubi. Quand’è che gli avevano cambiato ruolo? Non avrebbero dovuto avvertirlo? Avrebbe protestato col sindacato Personaggi Sfigati! Intanto il bastardello aveva proprio bisogno di una bella lezione: si rinfilò la vestaglia, prese la spazzola di pelo di cinghiale (non era una mazza chiodata, ma doveva fare di necessità virtù) fece un rapido appello a tutti i suoi peggiori istinti e rientrò in camera per trovarvi uno Jean-Claude in pantaloni di seta mollemente adagiato sul letto. I suoi peggiori istinti fecero tutti filone, persino il sadismo non rispose al richiamo giustificandosi che aveva la nonna malata. Asher sospirò.
“Avevi detto che il tuo ardeur non mi avrebbe più importunato e invece ti sei approfittato di me.”
“E quindi?”
“E quindi niente! Non dovresti rimangiarti la parola data, tu sei il buono (eufemismo per coglione) e il cattivo sono io!”
Jean-Claude sbuffò e scrollò le spalle. “Come ti pare. Ho semplicemente deciso di non nascondermi più.”
“Cosa vuol dire?” Ansimò Asher leccandosi di nuovo le labbra.”Che farai di me quel che ti pare? Che mi renderai tuo schiavo? Che mi soggiogherai come una qualunque delle tue vittime?”
Il sopracciglio sinistro di Jean-Claude toccò altezze mai raggiunte prima. “Ti ricordo che fino a qualche secolo fa ero IO il tuo schiavo ed eri TU a soggiogarmi come una qualunque delle tue vittime.”
“E che c’entra questo?” Sbottò Asher scuotendo la testa. “E’ ovvio che fosse cosa buona e giusta perché il Dominatore ero io! Il fatto che adesso al mio posto ci sia tu è semplicemente…sbagliato! Ecco, la parola giusta è sbagliato!”
“Sbagliato che sia non me ne frega proprio niente. Io ho l’ardeur e non farò più finta di nasconderlo per non urtare la tua sensibilità di checca macho. L’unica cosa che posso prometterti è di non usarti come stuzzicadenti dopo mangiato.”
“Ma perché?”
“Perché cosa?” Chiese Jean-Claude.
“Perché cambiare ora dopo aver recitato la parte della più amata dagli italiani per tutto questo tempo?”
“Perché siamo in Francia, perché non sono bionda e perché mi sono rotto le palle. E’ un gioco? E allora giochiamo!”
Asher lo fissò in silenzio per quella che parve un’eternità. “Dici che il Viaggiatore ha visto tutto?” Passare di palo in frasca era sempre un’ottima strategia.
Il sorrisetto che comparve sulle labbra di Jean-Claude era quello della Gioconda. “E io che ne so?”
Intanto la povera Musette era nel bagno a spannare le videocamere con panno antistatico ed olio di gomito. Forse era l’ora di mettere un bell’annuncio sul Famiglio della Sera…

Au revoir



Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

Capitolo 30 - Don't disturb, pliiiiiiiiis!

Riassunto delle puntate precedenti: Jean-Claude e Asher, dopo aver condiviso per un po' il loro spazio vitale in una baratandem, sono stati confinati nella stanza del Grande Bordello. Jean-Claude si è rassegnato da tempo a prenderlo nel culo e la sua massima oltre a "Io preferisco le donne" è "Mutismo e rassegnazione"... Stranamente anche Asher sembra aver accettato con garbo la sua punizione e soprattutto la presenza del suo ex.
Starà tramando qualcosa?

Colonna sonora: Breakout by Foo Fighters
Dorino se ne era andato, Asher era in bagno già da due ore e Jean-Claude era già sull’orlo di una crisi di nervi. Si aggirava nella stanza come un lupo in gabbia prendendo nota, di volta in volta, della tappezzeria di dubbio gusto (un’orribile grigio senza neanche un fregio argentato o qualche artistica voluta in foglia d’oro) della mancanza di falsi caminetti, dell’assenza di poltroncine imbottite e tavolini da caffè, non c’erano quadri alle pareti (neanche un Asher nudo su cui sbavare), non c’era il plasma, mancava il dvd, di sky o fastweb neanche a parlarne, quel letto orribilmente piccolo (e addirittura coperto da un plaid scozzese, mon dieu scozzese!), solo un armoire con due vestaglie di ricambio (due-due, una per uno e la sua non era neanche la sua preferita, col pelo di animale morto al collo e ai polsi). Niente phon col diffusore, niente balsamo senza risciacquo…solo confezioni monouso da motel da quattro soldi.
Oltre alla stanza da letto e al bagno c’era solo una porticina, ma pareva bloccata. E non c’era la musica!
Oddio per verità c’era, se si voleva considerare Asher che cantava “la bella lavanderina” musica. Ma, per sua somma sfortuna, l’amore aveva accecato Jean-Claude, ma non l’aveva reso sordo. Il vampiro esalò l’ennesimo sospiro cercando di farsi sentire tra i fazzoletti e i poveretti, poi si schiarì la voce, poi tossicchiò, poi fece due passi avanti, due indietro, due laterali e due del gambero e alla fine non resistette e si piazzò sulla porta.
Asher canticchiava ancora, immerso nella schiuma fino al collo coi capelli raccolti in una cuffia stampata a paperelle.
“Si può sapere che fai?” Lo apostrofò Jean-Claude indeciso se incazzarsi o godersi la scena.
Asher lo degnò a malapena di uno sguardo per poi continuare ad insaponarsi vezzosamente una gamba. “Oddio, proprio tu che fai questa domanda? Credevo fosse chiaro, faccio il bagno!”
Jean-Claude si allentò la fascia di seta che gli stringeva il collo. Non avrebbe dovuto, ma sentiva caldo. “Sì, ma sono due ore che ci sei…mi fai un po’ di posto?”
Asher gli piantò uno sguardo gelido dritto negli occhi. “Col cazzo.”
“E allora a me quando toccherebbe?”
“Ummm…vediamo un po’” Rimuginò soffiando verso il compagno qualche bolla di sapone. “Pensavo…che ne dici di mai?”
“Mai?”
“Hai capito bene!” Ribadì Asher. “Mai! Questa da oggi in poi è la mia stanza, ti lascio il letto tutto per te. Sono generoso, no?”
Jean-Claude diede un pugno allo stipite. “Sei pazzo testa di minchia che non sei altro! Se hai pensato, solo per un momento, che io potessi resistere per chissà quanto senza farmi il bagno sei più idiota di quel che credessi! Sei fuori come un balcone! Ma io ti infilo un bastone nel culo e ti sventolo come una bandiera!!!”
“Non hai che da provarci.” Rispose blando l’altro inarcando un sopracciglio.
L’ira del vampiro si spense in una sorta di lagna. “Ma ti trasformerai in una prugna secca!!!”
Asher scrollò le spalle, riappoggiò la testa e chiuse gli occhi ricominciando ad emettere suoni vagamente riconducibili alle mille bolle blu.
Jean-Claude si tappò le orecchie e rendendosi conto che non c’era una porta da sbattere diede un calcio al muro, impolverandosi di calcinacci. Ancora più incazzato andò a sedersi sul letto gibboso, assumendo la posizione del loto. Oddio, quanto avrebbe preferito quella della cavalletta sullo stelo d’erba quando infuria la tempesta…Il giorno lo colse così e quando la sera si risvegliò dovette passare cinque minuti a farsi scrocchiare le ossa perché era tutto incriccato. Poi in testa gli venne un’idea meravigliosa e corse di gran carriera dentro il bagno. Asher era sempre lì dentro, occhi chiusi e bocca aperta, la pelle talmente raggrinzita da sembrare uno sharpei. Jean-Claude lo prese di peso, gli fregò la cuffia e lo sbattè sul tappetino di pelo senza tanti complimenti. Dopodiché accese il boiler, almeno quello Belle l’aveva lasciato, e si accinse a prepararsi per il bagno. Nessuno poteva mettersi tra lui e la vasca. Nessuno.
E andò così per circa tre giorni di fila, tre giorni in cui Asher continuò a far finta che l’amico neanche ci fosse, anche se Jean-Claude poteva sentire il suo sguardo pungergli la schiena come un pugnale affilato. Cominciava a farsi sospettoso il nostro Asher, forse si chiedeva come mai il compagno non avesse più protestato per la sua okkupazione della vasca o come mai, nonostante i vampiri non sudassero granché, continuasse a sembrare ordinato e fresco come una rosa, con i suoi soliti boccoli morbidi e senza neanche un nodo. In ogni caso gli bruciava un casino che la sua guerra, così meticolosamente preparata, non sortisse gli effetti sperati.
In realtà Jean-Claude stava per dar fuori di matto: più delle ripicche a base di bolle di sapone quel gioco del silenzio portato all’estremo lo stava portando alla follia, senza parlare della costante tentazione di saltare addosso al suo Asher nudo nella vasca da bagno! Porcaccia la miseria, si incazzava talmente tanto a vedere quel ben di dio sprecato...
E così una mattina, dopo essersi sciacquato in non più di dieci minuti (record assoluto in tutti i suoi secoli di non vita) prese il corpo senza vita di Asher e lo adagiò sul plaid scozzese, lo cosparse dell’idratante a buon mercato offerto da Belle per fargli sparire tutte le grinze, e si accoccolò accanto a lui con il proposito di godersi la sua vicinanza solo per cinque minuti e poi di rischiaffarlo nella vasca. Solo cinque minuti. Solo cinque…dopo due già russava.
Stranamente quella sera Asher si svegliò prima di Jean-Claude. O forse Jean-Claude si era svegliato ed era passato direttamente dal coma vampirico al sogno più bello della sua vita e non voleva aprire gli occhi per paura di rovinarlo. Comunque ci pensò Asher a farlo, dandogli la sveglia con un urlo degno di Tarzan, solo un po’ più acuto.
“Oddio.” Sobbalzò Jean-Claude mettendo a fuoco il compagno il letto e la situazione. “Buongiorno anche a te Asher.”
“Cosa cazzo ci faccio nel letto! Cosa cazzo ci fai accanto a me! Perchè cazzo non sono nella vasca!”
“Una domanda per volta s’il vou plait.” Sospirò Jean-Claude. “ Mi sono appena svegliato e non ho ancora preso la brioche!”
Asher gli affibbiò un manrovescio da donna che protesta un po’ troppo e si spostò sul bordo del letto avvolgendosi nel plaid come una mummia. “Te la do io la brioche, schifoso di un pervertito!”
“Pervertito? Ma se non ti ho toccato neanche col dito mignolo!”
“E con il resto allora?” Strepitò indicando i posticini privati del compagno, in verità piuttosto a terra. “Se non si vede è solo perché il tuo cane non è ancora passato per il rifornimento. Dì un po', che aspetti a legarti un materasso dietro le chiappe? Cosi' quando ti va sei pronto da usare!”
“Fanculo! Vuoi scoparmi?”
Asher scoppiò in una fragorosa risata. “Mi sa proprio che non basterei da solo, ti ci vorrebbe un treno pieno di cazzi.”
Improvvisamente una voce ben nota si diffuse in dolby surround “ I due coglioni sono desiderati nel confessionale! I due coglioni sono desiderati nel confessionale”
Asher e Jean-Claude si zittirono, si scambiarono un fuggevole sguardo e poi annuirono simultaneamente. La porticina bloccata di fronte al letto era socchiusa e i due, dopo essersi infilati le rispettive vestaglie di competenza, la aprirono timidamente per ritrovarsi in una stanzetta tutta imbottita di velluto rosso e arredata solo da un grande plasma e una seduta biposto sistemata proprio di fronte.
Nel televisore incombeva la parrucca di Belle, quella delle incazzature, decorata da miniature di strumenti di tortura e avvolta in un gatto a nove code. Sotto la torre di capelli incipriati c’era lei, con un’espressione debitamente abbinata alla parrucca. “Allora dannati coglioni! Non avete ancora imparato nulla!”
Jean-Claude cominciò a piangere. “Belle ti prego, non ne posso più!”
“Io non riesco a stare accanto a questo energumeno che mi ha rovinato la vita!” Brontolò Asher dando le spalle al compare.
Jean-Claude reagì dandogli una botta sulle spalle. “Ma se senza di me staresti ancora a pettinare le pecore!”
Asher invece mirò ai capelli. “Tu fai solo parte di quello che mi è capitato nella mia vita, ed è tutto merda!”
“Zitti!” Tuonò Belle pietrificando i due che già avevano sguainato gli unghioli. “Voi siete vivi solo perché il Viaggiatore, e lasciatemelo dire inspiegabilmente, trova il vostro duo comico estremamente attraente.”
I due vampiri si guardarono negli occhi e poi emisero un corale “Il Viaggiatore è ancora qui?”
Le sopracciglia di Belle diventarono monofilari e una smorfia di disprezzo le contorse il bel viso. “Certo che è qui: ha usurpato la mia suite costandomi uno stambergo in rose, cioccolatini e straordinari pagati in servizio a tutti i vampiri che sta okkupando! Ed è tutta colpa vostra.”
“Ma Belle!” Protestarono i due.
“Zitti caini! Voi sarete confinati qui finchè non sarete capaci di interagire tra di voi in modo, non dico intelligente, ma almeno civile! O risolvete una volta per tutte le vostre beghe o nel tugurio ci fate la muffa. Sono stata chiara?”
“Sì.”
“E giusto per vostra informazione la stanza è piena di telecamere nascoste e voi siete on line in tutta la residenza.”
“Nooooooooo!” Urlò Jean-Claude coprendosi il viso con le mani. “Senza neanche la mia vestaglia preferita!!!”
Asher sospirò, deciso ad imputare a Jean-Claude anche quell’ennesima umiliazione. “Uffi…da oggi in poi farò il bagno col sombrero.”
“Musette sta gestendo il racket delle scommesse…non ho bisogno di dirvi qual è la mia, vero?” Belle sbadigliò coprendosi graziosamente la bocca con la manina. “Ah, ultima cosa da niente. Per continuare ad approfittare di Dorino dovrete superare la prova settimanale.”
“La prova settimanale? E sarebbe?”
Un sorriso maligno comparve sulle labbra della bella vampira. “L’ho già detto che il Viaggiatore è rimasto qui, no?” Le trasmissioni si chiusero improvvisamente, ma la risata satanica di Belle aleggiò nella stanzetta ancora a lungo.
Asher uscì dal confessionale e si sedette sul letto. Poi sbuffò. “Ecco. Sarai contento di avermi invischiato nella tua ennesima stronzata. Si può sapere perché?”
“Perché cosa?” Replicò stancamente Jean-Claude seguendolo. La porticina si chiuse con uno scatto secco. “Perché ti sopporto? Perché ti amo ancora? Perché non mi sono già suicidato?”
“Perché mi hai voluto coinvolgere in questa cazzo di cosa col Viaggiatore!!!”
“Mon Dieu Asher! Ci arriverebbe anche Arturo in fase postcoitum!!! Basta un mentale, forse anche mezzo!!! L’idea che in realtà non volessi farmi il Viaggiatore e che fosse tutta una scusa per scoparmi te non ti ha mai sfiorato la mente?”
“Cioè, vuoi dire che…”
“Certo!” Sbottò Jean-Claude allargando le braccia. “Voglio dire che invece di scoparmi il Viaggi ad occhi chiusi e immaginare di farlo con te li avrei potuti tenere aperti! E tu saresti stato realmente lì!”
“Ma non sarei stato davvero io.”
“Sì invece. Al Viaggi piace lasciare un po’ di spazio all’okkupato, ci saresti stato anche tu.”
“Oh.” Asher abbassò gli occhi, un po’ imbarazzato; poi una nuova energia sembrò rinfocolare la sua rabbia. “Aspetta, quindi per sfogare i tuoi bassi istinti mi avresti lasciato in pasto a un pervertito? Me li ricordo i tuoi raccontini dell’orrore.”
Jean-Claude arrossì un poco. “Uffa, la verità è che ce l’hai col Viaggiatore da quando hai scoperto che i viaggi non se li faceva con le canne. Non è così male per essere un Consigliere…è un perverso standard dopotutto. Io, esageravo un po’ per darmi un tono…eppoi allora ero uno schiavo. Adesso sono una troia con uno status santa polenta! Avrei sguinzagliato l’ardeur e avrei sciolto Balthasar come un cioccolatino al latte e con me…ci saresti stato…tu.”
Improvvisamente la rabbia di Asher sparì lasciandolo triste e svuotato come una bambola gonfiabile sgonfia. “Ma perché non me l’hai detto?”
“E perché gli asini non volano?”
“Cazzo ne so.”
Jean-Claude lo prese per le spalle e lo scecherò come una pinja colada. “Minchia Asher, io ti adoro! Sono secoli che ti amo e che te lo dimostro in tutti i modi possibili e immaginabili eppure tu, al minimo problema, preferisci pensare il peggio di me e voltarmi le spalle.”
“Scusa sai se ho avuto una vita difficile.” Rispose l’altro senza guardarlo, ingrugnato.
“C’hai scassato il cazzo con la tua vita difficile, pensa un po’ alla mia! E volevi scappare via con me per fare l’hippy chissà dove…non avremmo resistito un minuto! Un cazzo di minuto!”
Asher lo guardò sbattendo le ciglia da sotto il ciuffo dorato. “Ma non vorresti una casa, una famiglia, dei vampirini tutti tuoi…”
Il vampiro si abbandonò sulla sedia, si sentiva quasi le lacrime agli occhi. “Diciamoci la verità: guarda la mia vita, le mie scelte…i miei amori…il mio animale da chiamare…se mi faccio legare le zanne è tutto grasso che cola.”
Asher si alzò. “E’ la tua ultima parola?”
“Fino a quando non cambio idea sì.”
“Ok.”
“Ok.”
I due si fissarono in silenzio per un tempo che parve a entrambi lunghissimo poi si misero a fare le parole crociate.
La guerra era finita, ma la pace era ancora lontana: i nostri veleggiavano a vista nelle ingannevoli insidie della tregua.

Au revoir



Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

Capitolo 29 - Una bara per due


Riassunto delle puntate precedenti: Avevamo lasciato i nostri due vampirelli in preda ad una crisi isterica e pronti per entrare nella casa del Grande Bordello: la giusta punizione per aver lavato i panni sporchi in pubblico sotto gli occhi lubrici del Viaggiatore e di Gasparre, cioè, di Balthasar. Ma i due emo sanno davvero quello che li aspetta? E sono pronti a superare la prova settimanale? Non si sa, ma una cosa è sicura, Belle e Musette si aspettano grandi ascolti...

Colonna sonora: Closer by Anberlin
Jean-Claude si svegliò con qualcosa di duro piantato nella schiena, annegato nel profumo di Asher. “Mon Dieu! Non può essere vero, sto sognando, non è possibile! Belle si è stufata e mi ha ucciso e la Dea protettrice dei vampiri ha avuto pietà e mi ha mandato in Paradiso!!!” La gelida voce dell’amico lo riportò alla realtà meglio e più velocemente di una doccia ghiacciata.
“Ma che paradiso e paradiso coglione! Belle ci ha rinchiuso in una bara biposto!”
“Appunto, e io che ho detto? “La mano di Jean-Claude tastò timidamente la protuberanza ficcata tra le sue reni fonte di tante speranze. “Allora questo non è…”
“No, non è.” Confermò Asher avvitando meglio la gamba nella schiena dell’ex. “ E ora finiscila di masturbarmi il ginocchio e fammi un altro po’ di posto che ho il mal di schiena.”
“Ehi! Calmino eh! Non è che io stia come un pashà, più che biposto sembra una piazza e mezza!”
“Dannate bare alla francese…” Borbottò Asher, non solo gli toccava la compagnia di Jean-Claude; come se la sua vicinanza e il suo profumo non fossero delle torture abbastanza intollerabili Belle aveva pure lesinato sulla cassa da morto.
Intanto Jean-Claude cercava di vedere il bicchiere mezzo pieno. “Vabbè, dato che siamo qui tanto vale approfittarne, no? Che facciamo?”
“Prego?” Chiese Asher rendendosi conto che non c’era neanche lo spazio per prenderlo a ceffoni.
“Bè, sì, che facciamo? Per quel che ne sappiamo potremmo stare qui per anni e sarebbe meglio trovare un modo per passare il tempo. Allora per un rapporto completo è un po’ troppo stretto, la bara non lascia grandi libertà di manovra, ma un po’ di petting…”
Asher non riusciva a credere alle proprie orecchie. “Ma sei scemo?”
“E che vuoi da me, i pompini sono esclusi, neanche coi miei superpoteri ci riesco.”
“Tu sei pazzo.”
Jean-Claude pensò freneticamente a possibili alternative. “Preferisci giocare a rubacazzo? Ooops, volevo dire rubamazzo!” Il gelido silenzio dell’altro parlava a voce alta. “E dire fare baciare lettera o testamento?”
“Ecco sì, testamento va bene. Comincia a scrivere il tuo.”
“Non capisco mon chardonnoret.”
“Vedrò di spiegarmi meglio allora, caro il mio Jean: chiudi la bocca! Stai zitto! Non pronunciare più una parola! Fai finta che io non esista! Che non sia mai esistito!!”
“Ummm…credo significhi che non ti vada neanche il porno-tetris.” Nessuno rispose. Il silenzio, enfatizzato dallo spazio ristretto era così profondo da essere assordante.“Asher? Asher?” Jean-Claude provò a suscitare una reazione pizzicottando i posticini privati dell’amico. La reazione non venne. “Oh. Dev’essere l’alba. Fico che io sto sveglio più a lungo.” Il posticino privato però restava morbido e invitante. “ Bè, però se è morto…tanto non sente nulla…che male c’è…” Una incazzatissima voce gli lacerò il cervello penetrando in ogni fibra del suo essere. “Non ci provare Jean-Claude, è una punizione questa ricordatelo!” Il vampiro non fece neanche in tempo a tirare un paio di madonne che la sua sire lo privò della coscienza mandandolo a raggiungere l’amico nel mondo dei sogni.
Jean-Claude cominciò nuovamente a svegliarsi, riacquistando lentamente la consapevolezza di se. Non sapeva quanto tempo fosse passato né dove fosse, ma aveva ancora il profumo di Asher nelle narici e si sentiva titillato da un’insolita sensazione di calore bagnato sulle guance e sulle labbra. “Mon Dieu! Non può essere vero, Asher si è arreso al nostro amore e mi sta baciando, sto sognando, non è possibile! Stavolta sono proprio morto!!!” Poi aprì gli occhi completamente e si trovò il viso di Dorino, inconfondibilmente blu, a pochi millimetri dal proprio, il licantropo intento a lappargli appassionatamente la faccia. “Dorino! Cazzo fai!”
Il lupo sobbalzò di paura, preso con le mani nel sacco, e arrossì violentemente diventando di un piacevole color violetto come ben ci insegna la ruota dei colori. “ No, io, ehi! Parliamoci chiaro: non ti stavo baciando eh!” Protestò concitatamente portandosi a distanza di sicurezza.
Jean-Claude sospirò asciugandosi la guancia. “Purtroppo no, mi stavi leccando! Attività che io preferisco relegare a luoghi più a sud del viso, quantunque…bè…spiacevole non è…se vuoi puoi anche continuare.”
“No, la mia parte umana ha ripreso il sopravvento su quella animalesca.”
“Peccato! Io adoro la tua parte animalesca!” Il vampiro si guardò intorno prendendo nota di essere sdraiato su un letto a poco più di due piazze, che Asher giaceva, ancora incosciente, accanto a lui e che la stanza, seppure dignitosa, sembrava priva di ogni genere di comodità superflua e di decorazioni. “Dove siamo piuttosto?”
“Nel tugurio.”
Jean-Claude chiuse gli occhi portandosi un braccio davanti alla fronte. “Allora Belle non parlava a vanvera, ci ha veramente messo al confino!”
“Già, vi è toccato il Grande Bordello. E vi è andata di lusso! Poteva lasciarvi nella bara! Poteva strapparvi le unghie a morsi! Poteva uccidervi!”
Il vampiro impallidì tutto a un tratto, scosso da brividi. “Ho un orribile presentimento…c’è il bagno?”
“Sì, non è orgy size, la vasca è una tinozza che basta per due, però c’è.”
Il sospiro di sollievo lo sentirono a chilometri di distanza. “Meno male…sarebbe stato un destino peggiore della morte…che c’è? Perché mi guardi così?”
Dorino si era alzato e lo fissava, a braccia conserte, con uno sguardo di totale disapprovazione.
“Non va affatto bene Jean-Claude, io pensavo di aver trovato un master responsabile e attento e invece mi ritrovo invischiato in torbide storie di sesso malato e amore che sembra non corrisposto e invece lo è, per non parlare del fatto che se fate incazzare Belle poi lei mette il muso anche a me e potrebbe venirle in mente di farmi fare qualcosa che non mi piace."
“Non è difficile, l’elenco è talmente lungo…”
Dorino scosse la testa facendo ondeggiare la lunga treccia nera. “Io non pensavo che la relazione tra noi sarebbe stata così.”
“Mi dispiace.” Sussurrò Jean-Claude preparandosi psicologicamente all’ennesima denigrazione della sua persona, della sua personalità, delle sue attitudini sessuali e chi più ne ha più ne metta.
“Oh a me no, è fichissima!!!” Lo stupì Dorino. “L’unica cosa è che quando guardo Asher mi viene una insopprimibile voglia di scoparmelo! Ho masticato la coca, ho fumato il calumet della pace, ho parlato con Manitù e mi sono connesso con la Natura e sono arrivato a una conclusione.”
Il vampiro inarcò un sopracciglio. “Che sei un’idiota strafattone?”
“Nooo! Che questa voglia è male!!! Già desiderare il mio master è assolutamente deprecabile e sicuramente contro ogni standard morale di noi “Palle blu” ma almeno è qualcosa di previsto nella relazione lupo-vampiro!! Cioè…nel mondo soprannaturale è…naturale!”
“E che sia naturale è molto importante per te.”
“Sì, naturalmente. E desiderare di scopare il tuo amico che è un pazzo furioso, un sadico neanche troppo represso e pure sfregiato, non è naturale!!!”
“Permettimi di contraddirti mon loup: tu sei il mio animale da chiamare, sei connesso intimamente con me e i miei desideri sono i tuoi desideri.”
“Ah.” Disse Dorino soppesando accuratamente le parole del master. “ Vuoi dire che se me lo voglio scopare è colpa tua?”
“Più o meno.”
Il sorriso del lupo si accese irresistibile. “Allora è tutta un’altra cosa!!!!”
Intanto anche Asher cominciò a risvegliarsi emanando vibrazioni gelide e negative che permearono di depressione e isterica infelicità tutto l’ambiente. “La finite di berciare a voce alta! E soprattutto smettetela di parlare di me, mi fischiano le orecchie.” Poi mise a fuoco la presenza di Dorino. “Che cazzo ci fa qui il tuo cane?”
“Belle mi ha mandato qui per nutrirvi! E sono l’unico che lo farà per tutto il tempo della vostra punizione!”
Asher si mise a sedere sul letto con estrema fatica e volse le spalle ad entrambi. “Io non mangio. Sciopero.”
Dorino fece il giro del letto e risbattè Asher sul letto, approfittando della sua estrema debolezza. “Non pensarci neanche sai?”
La mano del lupo si strinse attorno al collo del vampiro che lo fissava con occhi dilatati. “Ora fai il bravo e mangi tutta la pappa fino all’ultimo sorso, capito?”
“Ma io…”
La presa si strinse e poi si ammorbidì, traformandosi quasi in una carezza.”I bravi bambini mangiano tutto!”
“Oh sì! Il grande e grosso lupo cattivo, che paura…ma che denti grandi hai!
“E’ per mangiarti maglio!”
Gli occhi di Asher brillarono maliziosamente. “E che cazzo grande hai…”
“Su basta con le favole!” Disse Jean-Claude salvando in corner il povero Dorino che era gia rientrato in crisi eterosessuale. “Altrimenti non sei in forma e non puoi rompermi i coglioni al tuo livello standard.”
“Ok” Sbuffò il vampiro.”Mangerò.”
Dorino apparecchiò la tavola, sdraiandosi tra i due, Jean-Claude con la bocca saldata al suo collo mentre Asher si servì pudicamente dal polso. Forse la sua natura fiera e indomita avrebbe dovuto sentirsi a disagio ma non era così, le endorfine circolavano impazzite nel suo corpo e anche se la sua treccia giaceva immobile sul letto si sentiva comunque molto connesso alla natura, forse non proprio quella dei suoi antenati, ma chi cazzo se ne fregava dopotutto? Per bruciare le checche c’era sempre tempo…
Asher, girato di schiena per offrire il minimo contatto a entrambi i suoi compagni di letto, stava deglutendo rumorosamente il saporitissimo sangue del licantropo. Forse poteva andare in bagno a vomitarlo? O forse poteva sedurre il cane pulcioso per fare uno sgarbo a Jean-Claude? Poi pensò che probabilmente a quel coglione avrebbe fatto anche piacere e quindi sondò velocemente piani alternativi. Che cazzo poteva fare per vendicarsi di Jean? Avere a che fare con un masochista terminale non aiutava granchè, qui ci voleva il classico colpo di genio. E poi la lampadina si accese, lux fuit e un’espressione maligna e perversa gli accese i gelidi occhi azzurri. Si staccò dal lupo si pulì la bocca e si alzò.
Jean-Claude alzò il capo dal fiero pasto mentre Dorino era già in preda al delirio post-orgasmico. “Dove vai Asher?”
“Oh, non ti preoccupare…vado solo in bagno.” Rispose serafico.
Jean-Claude non lo sapeva, ma la guerra era appena iniziata.

Au revoir

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Ricciolineri. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

giovedì 10 novembre 2011

Ce la possiamo fare neeeeh?

Mettere i bottoni è bello.
Se avessi uno schiavo informatico per farlo al posto mio sarebbe meglio.