Domenica scorsa abbandonai la mia diletta e vacanzevole Creta per tornare ai nebbiosi lidi pavesi. Questa operazione prevedeva ultima giornata di mare, completa 11am-20pm causa sbattimento fuori da hotel Nancy alle 12 di sabato, doccia ore 20 in gentile camera cortesia, vagare per il mondo fino all' 1.40 di notte, quando un autista chiaramente ubriaco si è fatto inseguire per portarci all'areoporto. Il volodromo di Heraklion è piccolo, gradevole, e possiede bar/caffetteria/panini in numero di 3 (tre): due "fuori", al check in (uno solo bar, l'altro giornali, cose confezionate, acqua e bibite), e uno dentro, nell'area partenze, e alle 4 del mattino sono perfettamente funzionanti.
Parentesi: a Malpensa, da cui sono partita alle 23 del sabato prima presso il terminal 2 (quello grosso), ci sono aperti i luoghi di ristoro all'interno del terminal, ma purtroppo vicino ai gates ci sono soltanto 2 macchinette con bibite e merendine, presso le quali 1 mezza naturale costa... rullo di tamburi... sparate, via... provate a immaginare, secondo voi, quanto cazzo può costare una mezza naturale alla macchinetta alle 10 di sera di sabato 1 agosto a Malpensa senza bar aperti, tra l'altro con parecchi aerei in partenza, tanto che abbiamo fatto ritardo per via delle piste e rotte intasate, ovviamente senza un cambiamonete, dai per curiosità cazzo, indovinate. Ebbene: 1,50 euro. Non sto nemmeno a ripeterlo. Ho concluso Vostro Onore, Danny Crane.
Ma comunque. Partii tristemente verso la fine delle vacanze, atterrando in Italia alle 5.30 del mattino, per precipitare nel baratro infernale del terrore e della morte muahahahahahahahahah. Per prima cosa scemo il pilota che è arrivato con venti minuti di anticipo, si può essere così incapaci? Restammo quindi sequestrati sul velivolo per giorni (fino alle 6.15) perchè gli autobus erano sul posto come soldatini, contrariamente alle scalette per scendere, per l'appunto disperse e introvabili. Ah, perchè non usammo gli scivoli d'emergenza? Sporchi, sudati, claustrofobizzati mostruosamente, stanchi, assonnati, rapiti, derubati, mutilati, decapitati (Dramatization ndr) sbarchiamo nel terminal tenendoci stretti gli zaini e lanciando occhiate assassine ad ogni possibile bieco ladro di bagagli e accarezzando i nostri piccoli cari macheti. Tralasciando le indicazioni inesistenti, avemmo il primo colpo di culo nel reperire un effettivamente comodo e funzionante e frequente shuttle per la Stazione di Milano. Ah, ma caro lo pagammo!
Ora, qualche anno fa mi sono trovata a frequentare molto spesso la stazione di Milano, che a parte l'affollamento e la criminalità era un posto molto chiaro: una groooosssa casa, entri dalla porta, a piano terra c'è la biglietteria, davanti a te c'è una groooosssa scala, sali la scala driiittta, al secondo piano ci sono i bar, l'edicola, e i trenini che partono con i loro piccoli teneri dolci binari. Sembra comodo, e lo è. Entri e vai dritto fino al tuo treno. Non è più così. Il Malpensa shuttle ti porta sul lato, il lato non ha l'ingresso, fai il giro del mondo, entri, c'è un dedalo di corridoi scarsamente illuminati che non portano da nessuna parte, dopo alcuni minuti troviamo la biglietteria, minuscola e col soffitto basso da ufficetto fumoso da allibratore di ottava categoria. La fila chiaramente esce dalla stanza, ci volgiamo alle macchinette: figata, ce ne sono tante tante. Ne funzionano 3 (tre). Ovviamente non con i contanti, con il bancomat. Va bene, compriamo il biglietto che ce la possiamo ancora fare, ma una volta bigliettati sorge la grande domanda: DOVE SONO I TRENI?? Giriamo su noi stessi su e giu attraverso strani rulli rotanti (cosììì Blade Runner) che ti fanno fare il tour dei corridoi misteriosi (Dramatization, ndr). Corriamo, corriamo con le nostre valige, ma il treno sta già partendo e ci fa ciao ciao con la manina. Va bene, il prossimo è alle 7.50, aspettiamo sti quaranta minuti, faremo colazione, così abbiamo da star seduti (con le valige, in piedi dalle 9 del giorno prima). Non l'avessimo mai detto, Cristo... I bar coi tavolini sono tutti chiusi e incerottati come se fossero stati teatro del giallo dell'estate. Vabbè, pigliamoci sta brioche (con mezzo ditale di crema, uffi, come se avesse a cuore la mia dieta di merda) e cerchiamoci da appoggiare il culo. Uo-uo-uo-uooooooo (musichetta della sconfitta, ndr). A Milano siamo tutti stupidi punkabbestia, perchè le panchine non esistono! Vabbbèèèène, è una drammatizzazione, una c'è, nello slargo dell'ultimo binario, ma una signora anziana apparentemente ci abita. No P A N C H I N A no party. A quel punto siamo alla risatina isterica, e troviamo nell'ordine: una cappella (chiusa, se no saremmo andati a sederci, chiusa con la catena), delle oscure e nebulose stanze nere sbarrate, una stazione dei carabinieri vuota e non aperta, un plastico della stazione (avete sentito bene Siore e Siori, un plastico bianchiccio 4X4), e un ufficio che si chiama Customer Care, eh, non siamo felici? Non è tutto quello che vorremmo in una cazzo di stazione di una cazzo di metropoli: una CAPPELLA e un PLASTICO oltre a una montagna di invisibili e labirintici negozi? Perchè mai volere delle panchine e un bar con le sedie? Scema io, come si dice. Per fortuna il Customer Care ci salverà la vita spiegandoci che non si può fare nulla. Viva lo zen! Viva la figa! In compenso però scoviamo una fontanella per bere, chiaramente facista come la stazione, e ci sovviene l'eterno Perchè gli italiani non fanno nulla se non c'è una dittatura a morderglielo nel culo? Il regionale è in orario, e molte sue porte sono rotte: oscillano tristemente nella nebbia, tra i grandi fiori bianchi della cicuta... si aprono, si chiudono, si aprono... Per metterci le mie due lire di politicamente scorretto quotidiano, ora ho capito perchè i terroristi si sono messi d'accordo assieme ai servizi segreti, tutti d'amore e d'accordo, per far saltare in aria le stazioni. Chiaramente non avevano trovato una panchina!
Ultimo avvertimento: sappiate che la domenica d'agosto alle 9 del mattino a Pavia i taxi non ci sono.
Au revoir
perchè dici fascista? è della seconda metà dell'Ottocento: grandeur da Italia unita , i primi vagiti dello spirito metropolitano "gran Milan", sventrare i quartieri popolari del centro come a Parigi, fare i grandi viali puliti, dritti, i palazzoni di 6/8 piani, i trasporti, i trafori, siamo vicini all'Europa.....
RispondiEliminaL'ho scritto per fare dell'ironia su "Quando c'era lui i treni arrivavano sempre in orario"...
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