lunedì 16 novembre 2009

Trasporti 2 La vendetta

In un aggiornamento Tre mesi dopo, adnuntio vobis che la Stazione di Milano ha messo in mezzo alle rampe mobili del nulla una lunga serie di eleganti panchine in legno scuro e lucido, cum bracciolis. Non ancora ottimali in quantità per un centro di smistamento tanto grande, ma è un lieto avvento, che dico, mirabile, inclito!
Certo comunque che devono essere ben ricchi: ad ogni binario o quasi c'è ora una televisioncina strafiga ultrapiatta per trasmettere la pubblicittà e, arguisco o forse spero, le newz sui ritardi dei treni. In un'oretta di attesa sono girati solo due trailer di film, a turno, ossessivamente concitati, dei quali uno squillava eccitato le note del gioioso Ludovico Van, e la citazione la faccio apposta perchè sembrava proprio di esserci, in Arancia Meccanica, in piena sessione di condizionamento torturatorio. Solo che, non so perchè, a me la scatenava, la violenza. Nonostante la nausea.
In compenso oggi ci ho messo tre ore a tornare da Orio al Serio (il quale dista da Pavia un'ora e un quarto). Secondo me, ma è solo un'opinione personale, dovrebbero fare più strade, dato che ci sono così tante automobiline. O potremmo fare dei grandi falò di camion e suv dentro le metropolitane!
In ogni caso, in due giorni di visita a Milano ho improvvisamente colto come mai ci sia un consumo di cocaina maggiore che a New York. Anzi, mi stupisco del calo nell'uso della buona vecchia zia eroina e dei suoi maledetti circuiti della gratificazione.
Certo certosino che l'autrice non è proprio mai contenta e nemmeno mai autoironica. Ho concluso, Vostro Onore. Danny Crane.
Au revoir

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