Pensiero magico felice

Sono ormai moltissimi anni che amo incondizionatamente la Pasqua e che cerco di mandare un bacio a tutti in questa occasione.
Di quando ero piccola ricordo inquietanti pic-nic a Ticino, molto vicini a un film horror, ma era ugualmente un momento civile grazie al cioccolato. Almeno i miei genitori mi hanno risparmiato la propaganda clericale. Per cui l'ho adottata come pratica gradevole, anche se non obbligatoria, fregandomene altamente se Gesu l'ha rubata.
Parentesi: come si fa a credere a un collage di nomi e idee copiate spudoratamente da una trentina di altri culti precedenti, dal compleanno alla resurrezione al nome della mamma (e non è una Dramatization, so' proprio uguali)? Capisco la teoria, va beeeene, farcitevi tutto il piiisss en loooov che volete, andate con dio, ma aver fede che le cose siano successe proprio così (o anche quasi) è più folle che credere allo spirito del tavolino e all'uomo che non discende dalle scimmie (sorry, John) e ai dinosauri sellati in culo ai creazionisti e ai loro lacchè. Ho concluso, Vostro Onore. Danny Crane.
Poi ho iniziato a formarmi un'idea religiosa mmmmiiiia (automix di paganesimo e animismo corretto grappa), e una festa di cose pucciose che nascono e fanno piccoli boccioli colorati e piccoli cuccioli morbidi ha iniziato a sembrarmi una buona idea. Insomma, è di certo un periodo naturalmente molto molto bello e invita a battere istericamente le mani per puro romanticismo. E anche, mi rovinerò la reputazione eccheccazzo, a sorridere accarezzando gattini. Ebbene sì, amo i gattini!
Buona Pasqua...
Au revoir