sabato 13 febbraio 2010

Viva la morte!

Martedì scorso ho fatto un noiosissimo esame di Cazzologia, Pisciologia, Reumatismologia, Astronavinologia. Non avevo dormito una sega, avevo la febbre e un raffreddore da procione crudele, e avevo sguazzato nella neve: insomma, dopo pranzo stavo collassando e ho pensato di farmi un pisolo. Certo, era l'ora di Skytg24 pomeriggio, approfondimento sull'attualità che il mio moroso guarda quasi sempre, ma vivo in un monolocale da anni, e sono abituata a dormire anche con la TV o altri rumori, sono sopravvissuta anche a M o L che piangeva tutta la notte gemendo Maaammaaaa, a una mamma che non arrivava mai.
Ovviamente se le cose che mi strisciano nel cervello non mi fanno incazzare fino a farmi desiderare di uscire a uccidere qualche passante con un'ascia per poi suicidarmi gloriosamente. Non che ci voglia molto, dirà chi mi conosce, ma insomma...
Orbene, Paola Saluzzi è una conduttrice molto banale: è più o meno in grado di gestire gli invitati spaccaballe, ma i suoi interventi sono improntati sempre al peggior buonismo (sentirla dire "Pace" ogni trenta secondi mi fa automaticamente considerare l'atomica come unica salvezza dell'umanità), all'isipidume, con una spruzzata di insipienza e alcuni tocchi di lampo di genio nell'occhio del bue. Mi ha fatto morire dal ridere solo vederla alle prese con Veronesi: la dualità dei suoi sentimenti, oscillanti tra la sottomissione al Professorone famoso e il terrore per le idee pervertite da lui espresse, era palpabile e tristemente fantastica. Se per caso dovesse leggere questi insulti, le consiglio di riguardarsi una puntata, o mettere in campo qualche esperto che faccia una statistica su quante domande non concordanti/concordate abbia mai posto, e su quanto le sue idee possano essere descritte come conformiste. In realtà il massimo del mio odio è rivolto a una sua specialissima perversione: la signora ha pelle bianca come un vampiro, e una bella chioma rosso scuro, ma per qualche strana ragione di tanto in tanto (visto da me tre volte) decide di indossare un abito o maglia di un tessuto che potrebbe sembrare vellutino, di color F U C S I A. L'accostamento è talmente violento da farmi vedere macchie per giorni. Che ve lo dico a fare?
Parentesi: per non farmi ripetere che sono sempre solo negativa vi esprimo un'apprezzamento. Ilaria D'Amico è cresciuta enormemente dal punto di vista professionale, e mi eccita il sorriso bastardo col quale blasta a suon di domande azzeccate i tipini che cercano di coglionarla trattandola come una povera troia. Una gran figa, insomma!
Ma dunque, di cosa parlavano per rovinarmi il martedì pomeriggio? Di eutanasia, in omaggio all'anno di riposo di Eluana. Sì, lo so che ne ho parlato di recente (Bambini mannari e morti in corda), ma era insieme all'aborto, ed era trattato da un punto di vista molto più scientifico.
Oggi vorrei fare una riflessione più filosofica. Perchè per quanto riguarda l'aborto, anche se la penso molto diversamente (qualsiasi cosa sia, la madre già viva deve decidere di sè), posso ancora tentare di capire il concetto: in fondo, se consideri l'embrione come un bambino dotato di unghiette, e comunque innocente, che non ha chiesto di nascere, blabla vivaviva e altre puttanate, il pensiero di ucciderlo volontariamente potrebbe risultare intollerabile. Questo ovviamente spinge a cercare di impedire che chiunque possa commettere un tale atto. Evabene, prendiamo nota. E' sempre una mancanza intrinseca di rispetto e un tentativo di mettere le mani sul corpo della donna, ma è una teoria che si dipana dall'ipotesi discutibile in modo comunque logico.
L'eutanasia (e nel termine sbatto dentro tutto, dalla sospensione terapeutica al suicidio assistito allo staccare le macchine) invece è tutta un'altra storia. Perchè lì non puoi invocare il povero piccolino indifeso da proteggere, lì c'è un adulto, teoricamente responsabile, che o dice, o ha detto, o ha lasciato scritto, o i gradi di giudizio di un tribunale hanno dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, di voler morire. E quindi, perchè no? Adesso, sinceramente, io capisco tutto, potrà dispiacere, far paura, innescare la paranoia di sbagliare. Però vorrei citare un fine ragionamento di Ricciolineri: Ma chi cazzo se ne frega?? Ho concluso, Vostro Onore. Danny Crane.
Perchè qualcuno di non direttamente interessato dovrebbe poter mettere becco su quando e come voglio crepare? Ovviamente la cosa DEVE essere dovuta alle proprie condizioni e non alla mancanza di supporto di ogni genere, e DEVE accertata, nessuno si diverte a morire per sbaglio, per quanto possa essere ironico, ma poi la vita è mia o di chi? Se anche un deviato mi venisse a raccontare o sottintendere, come fanno tutti i nostri cattolichetti, che lui è stato fatto da Dio (vabè... ci sta, ma a uno Stato che cazzo gliene dovrebbe calare?), la prima cosa che ha fatto Dio non è stata darla all'uomo 'sta vita? Se anche a Dio gliene frega così tanto, ci penserà dopo per i cavoli suoi, con comodo, c'ha tutta l'eternità per chiamare Mefy, concordare gli scherzetti e farsi mandare i dvd. Ma a parte questo, che cosa dà in più all'universo il costringere a respirare uno che non vuole? E cosa dà la tua respirazione in più a uno che non ti conosce, non è tuo amico, magari pensa pure che sei un blasfemo comunista? Perchè bisogna riempirsi la bocca di teorie e decisioni e belle parole della mia minchia, e non mi si fa semplicemente la finezza di credermi sincero?
A questo la maggior parte non sa rispondere se non blaterando sulla vita umana. Eugenia Roccella, della quale mi piace solamente il nome, altra individua insieme alla Binetti che non vorrei mai vedere nemmeno vicino a una posizione di responsabilità politica, sosteneva martedì (e temo non abbia ancora cambiato idea) che noi non siamo mai autodeterminati, e siamo già limitati nella nostra libertà di suicidio da obblighi come le cinture di sicurezza e i caschi. Ora, ipotizzare che ogni deficiente di ragazzino "Tanto non capita a me" che va a farsi due belle pieghe a manetta capelli al vento, o che ogni signora con il vestito di seta appena messo vogliano in coscienza dopo accurata riflessione morire perchè la loro condizione clinica è tanto grave da rendere la vita non dignitosa (magari so' così stronzi che se lo meritano, ma che lo sappiano...), mi sembra un'idea un tantinello campata per aria. Addirittura pretestuosa e fors'anche sofistica. Fanno una cosa stupida e incosciente che viene per l'appunto sanzionata dalla multa per insegnare a non rifarlo, oltre al fatto che l'obbligo di questa cosa cerca di tutelare anche eventuali altri coinvolti, oltre che a risparmiare spesa all'ospedale che se li troverà da rappezzare. Oltre al fatto che ti danno la multa ma mica il vigile ti lega! Giustamente, ad esempio inverso, drogarsi non è un reato.
Quindi, cosa ci stiamo a raccontare? Ah, sì. Ci raccontano sempre che la Costituzione difende la vita e che se non possiamo cambiarla per far sì che il nostro boss possa rubare, aiutare la Mafia e scoparsi minorenni non possiamo farlo nemmeno per uccidere la gente. E qui, oltre al fatto che la Costituzione non dice niente sulla proprietà statale dei cittadini, casca il cane su un dettaglio. L'avevo già nominato, ora lo ripeto: la vita non è più quella di prima. Attualmente con cuore e polmone esterno più dialisi i medici possono tenere in vita un morto pressochè all'infinito. Rifaccio la domanda: come può questo non contare nulla? Come si può mettere sullo stesso piano un riabilitabile e uno no? Abbiamo davvero così tanti soldi? Come possiamo vivere tutti in funzione e attesa della volta su un milione che svegli lo zombi, specialmente se il povero zombi NON voleva essere resuscitato? Secondo me bisogna rispettarlo e basta, dato che il confine non è più sicuro. Certi si riempiono tanto la bocca con la parola "naturale"... ora ho capito! Un frocio non è naturale, invece mettermi un taser nel culo a ritmo cardiaco mentre la mia coscienza è più o meno la stessa di una rana morta (remember Galvani) è naturalissimo: quando si dice "Come è umano lei", che ve lo dico a fare?
E mi fa incazzare come una bestia il fatto che tutte queste pagliacciate e inutili spese di tempo, dolore, fatica e altro sono obbligatorie solo per soddisfare solo l'intrinseco sadomasochismo, il desiderio di controllo della persona dalla nascita alla morte da parte della fazione Chiesa (e diciamolo cazzo!), e il bisogno di non perdere voti dei nostri amati politici (prima o poi li vedremo penzolare, e loro si chiederanno anche il perchè, ma per noi sarà forse troppo tardi). Cioè, capite, nemmeno fosse la coscienza! I loro squittii sulla malvagità di chi sceglie la morte mi gelano il sangue.
Basta, Signore e Signori, il circo spegne le luci, e che se ne vadano veramente a fare in culo, i caprimulghi divoratori di anime e i loro lacchè, perchè cosa gliene frega di quello che faccio io con il mio è perversione galoppante. La vita è una malattia mortale sessualmente trasmissibile. So solo che se rimango in coma peso voglio che mi schiaccino un cuscino in faccia anche se muovo l'unghia distale del piede destro, se mi dovevo risvegliare rincoglionita pazienza, mi rassegnerò; che se il mio cervello è un bip ogni tre giorni su una macchina aliena con righine verdi smettano di sprecare elettricità per me e mi stacchino di dosso la spina, che io la tecnologia del futuro la odio; che se rimango cosciente intrappolata dentro il mio corpo paralizzato anche se batto gli occhi per dire sì e no qualcuno mi spari, per amor degli Dei; che se mi viene un cancraccio e rotolo nel dolore e nella mia merda voglio andarmene dopo aver baciato tutti con una megapera di eroina: un grande orgasmo, un pisolino, e smettere di respirare a poco a poco senza accorgersene, un po' di dignità. E tutti diremo "Bene".
Mi dedicherò ora a rituali apotropaici con l'assistenza pratica del mio uomo: finchè non muoio, vivi la vida loca!
Au revoir

PS: Tutto questo ovviamente è per me, e per chi vuole così. Chi vuole provare fino all'ultimo ha pari onore! Nulla deve essere obbligatorio, tranne la libertà di scegliere per sè.

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